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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

17/09/2021

Hook - Capitan Uncino di Terry Brooks

Oggi Andrea Brattelli ci porta alla scoperta del libro tratto dal film Hook diretto da Steven Spielberg nel 1991.


Opera basata sulla sceneggiatura del film omonimo, riadattata dallo scrittore Terry Brooks il quale ha svolto un lavoro di introspezione sui personaggi principali e sottolineato i vari stati d’animo del protagonista che comunque il nostro amato Robin Williams riuscì a sviscerare tramite la sua superba recitazione anche nel film.

Questo libro rappresenta la risposta alla domanda: "E se Peter Pan un giorno crescerà?"

Prima o poi in genere accade, ma l'importante è non perdere il nostro fanciullo interiore che ci potrebbe dare conforto anche semplicemente facendoci ricordare da dove veniamo e portandoci alla mente i ricordi piacevoli di quando eravamo bambini nei momenti di tristezza.

Ho ritrovato questa prima edizione, con una splendida copertina intatta nonostante gli anni passati (ho sempre tenuto in maniera religiosa i libri) nella libreria dei miei quando sono tornato da loro questa estate per andare al mare. Ho iniziato a rileggerlo insieme a mia sorella qualche pagina la sera sotto il portico.

La lettura scorre veloce nonostante i tanti dettagli riportati che sono utili per capire i collegamenti tra la vita di Peter Pan “piccolo” e “grande”. Ovviamente le scene dei duelli e combattimenti risultano più emozionanti e incisive sul grande schermo e non nello scritto.

L’uncino in sovraimpressione - appartenente al Capitano dei Pirati - è, metaforicamente, il gancio a cui il Peter Pan adulto ha agganciato la sua tutina, per immergersi nell’America moderna, dove i bambini comunque sono dimenticati dai genitori troppo presi dagli impegni.

La descrizione di Neverland, dove Peter tornerà per riprendersi i propri figli è chiaramente atemporale e aspaziale: sembra inoltre un old curiosity shop dickensiano, tanti personaggi che si muovono alla rinfusa, bardati in curiose vesti, tanti gli oggetti sparsi come in un bazar. Il luogo di fantasia sembra immerso in un futuro distopico dove ognuno, nel bene e nel male, fa ciò che può per sopravvivere; i colori stessi del paesaggio, rosso e marrone, suggeriscono che vi siano periodi di siccità.

Un insieme di finali sanciscono la fine dell’avventurosa storia che è per ragazzi indubbiamente... e per nostalgici come me. Alla fine si ha come l’impressione però di aver parlato con un dozzinale curato di campagna che ascolta a lungo le persone solo per fornire loro le risposte che hanno voglia di sentire.

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