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Niente di vero, Raimo. Il posto, Ernaux

Che senso ha accostare due titoli molto diversi per stile, contenuto e periodo narrato? Perché nella scheda di presentazione di Niente di ve...

20/04/2021

Bella figura di Yasmina Reza

"Sapete perché si fanno tintinnare le coppe? Perché, al tempo in cui non sl faceva niente con moderazione, le persone risolvevano i loro problemi avvelenandosi. Dunque, per precauzione, quando uno t’invitava e ti serviva del vino, tu sbattevi il calice contro il suo — all’epoca erano di metallo — sperando che qualche goccia svolazzasse passando dall’uno all’altro. Dopo, vi guardavate negli occhi e tu aspettavi che lui bevesse per primo."




«Quello che mi interessa è osservare la musica dei comportamenti, e riprodurla» ha affermato Yasmina Reza. E in questo Bella figura (nato direttamente per il teatro e poi pubblicato in Italia nel 2019), di musica ce n’è tanta.


Siamo nel parcheggio di un locale, dove una donna accusa l’amante di aver scelto per il loro incontro un ristorante che gli è stato suggerito proprio dalla moglie. Rimproverandogli il cattivo gusto di un tale comportamento, lo spinge a cambiare posto; ma lui, facendo manovra, investe un’anziana. L’incidente non è serio, tanto che la signora si rimette in piedi senza problemi; ma si trova lì con il figlio e la nuora che è una cara amica della moglie del traditore…


Questo brillante spunto iniziale dà la possibilità a Reza di mostrarci l’impegno dei personaggi nel cercare di fare “bella figura”, mantenendo le buone maniere anche in una situazione che non è uguale per tutti: a seconda di chi la osserva appare infatti comica, sgradevole o catartica. Come già accadeva in Il dio del massacro, il pezzo forte della storia è rappresentato dalle conversazioni dove l’ipocrisia si scontra con le frecciatine. L’unico personaggio realmente positivo è quello dell’anziana signora, mentre gli altri - tutti insoddisfatti, per motivi diversi - si fanno prendere dalle nevrosi. 


Il vero protagonista di questo dramma teatrale non è però tanto l'ipocrisia o la falsità del contegno che ci imponiamo per darci un tono con gli altri - chiunque di noi può ritrovarsi nei panni dei vari protagonisti: un piccolo imprenditore sull'orlo del fallimento, una donna carismatica e intelligente relegata al ruolo dell'amante, un uomo che vorrebbe ma non può e la bacchettona di turno - quanto l'amara verità sull'insoddisfazione che nascondiamo a noi stessi tutti i giorni in una routine che ci castra ma dalla quale non riusciamo a smarcarci, per convenienza o per la paura di ritrovarci ancora più soli.

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