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07/02/2021

Unborn di Christian Sartirana



Buongiorno a tutte e tutti, inizio questo mio blog parlando di un libro uscito da poco, cosa che faccio raramente perché pur essendo per lavoro aggiornata sulle ultime uscite le mie letture seguono spesso altre necessità: un classico che mi manca, un libro uscito qualche anno fa che ancora non ho letto, un titolo minore riscoperto da poco... 

Premetto che attualmente non leggo molto spesso libri horror (da "giovane" leggevo Poe, Lovecraft, King, Barker, Campbell e tanti altri), ma ciò non significa che io non ami il genere, anzi sono un’appassionata di "cinema dell’orrore", tanto che ho anche un blog dedicato al cinema* nel quale spesso parlo di titoli del genere. Sono laureata in Lettere, ma non mi fermo alla "letteratura alta": ho sempre avuto una visione estremamente aperta della cultura in generale e dell’arte in tutte le sue espressioni, per cui non capisco chi sminuisce la letteratura di genere e quelli che sono i casi letterari del momento. Per me la qualità e la passione si dimostrano sul campo, non in base alla categoria di appartenenza.

Scusate il pippone ma era essenziale per spiegare a che titolo parlo di libri e, oggi, di questo: UNBORN di Christian Sartirana, uscito a settembre 2020 per Acheron Books e disponibile anche in ebook, che ha ottime recensioni su Amazon, 34 voti tutti positivi, tra il 4 e il 5. Il pregio principale di questo libro è di saper parlare direttamente a chi vive nei luoghi che vi sono raccontati, Casale Monferrato e la zona attorno a Valenza: non per niente l'autore è tra i fondatori del neogotico piemontese. 

Nella coinvolgente premessa del libro troviamo due pusher intenti a confezionare le dosi per la droga da vendere. L’edificio da loro utilizzato si trova in una località ormai abbandonata, spettrale come la nebbia e come la massa di gente sbucata dal nulla che li travolge durante la marcia verso un campanile dal quale provengono ipnotici rintocchi. Il disagio è tangibile quanto la nebbia e si riconosce chiaramente sia l’impronta dei classici racconti del terrore (Lovecraft su tutti), sia l’atmosfera morbosa dei film del Maestro John Carpenter, soprattutto Il signore del male e Il seme della follia. E poi, ovviamente, c’è il Re! Stephen King con la sua nebbia dalla quale sbucano fuori orrende creature… Ma proseguiamo.

Ci troviamo ora in una libreria antiquaria di Casale Monferrato dove facciamo la conoscenza del protagonista Lorenzo Fossano, specializzato in volumi antichi ma anche alcolizzato. Durante la lettura, apprendiamo che la sua vita si svolge tra un negozio dove chiunque tenta di rifilargli libri muffosi che crede di pregio solo perché vecchi, una serie di sopralluoghi in posti polverosi nella speranza di trovare un tesoro dimenticato, alcune relazioni brevi e deludenti e una madre psichicamente instabile e preda di deliri mistici. Ecco quindi la tendenza del "giovane non più giovane" (Lorenzo ha tra i 30 e i 40 anni) ad annegare le frustrazioni di una vita mediocre nell’alcool. 

Un giorno un anziano cliente lo invita in quello che è ormai un paese fantasma, Robbia, vicino a Valenza, per fargli valutare un'inquietante Bibbia apocrifa che si accompagna agli appunti di un professore scomparso. Lorenzo ne rimane attirato e acquista il tutto, ma prima di riuscire ad approfondire la lettura lo chiama la sua ex Raffaella, unica storia un po’ più duratura delle altre e addirittura con convivenza (ben 9 mesi!), dottoressa all’ospedale di Casale, che lo informa che sua madre ha avuto un piccolo incidente.

Da questo momento tutto precipita in una serie di eventi sempre più agghiaccianti, in particolare Robbia diventa teatro di avvenimenti inspiegabili ed emergono le tracce di una inquietante predestinazione di Lorenzo, che già aveva avuto un’infanzia non facile con un padre morto prematuramente. A guidare Lorenzo verso la scoperta di una realtà famigliare (e non solo!) agghiacciante sarà lo scrittore Danilo Arona con la sua teoria degli "universi degenerati”.

Unborn si inserisce nel cosiddetto sottogenere del neogotico piemontese, formato da un collettivo di scrittori horror e weird e Sartirana ne è uno dei fondatori. L’ambientazione scelta si presta perfettamente allo sviluppo di una storia simile e tendenzialmente c’è una buona caratterizzazione dei personaggi. In particolare ho trovato molto ben realizzato il buon professor Andrea Magagna, amico di Lorenzo e socio delle sue avventure. Inserite alla perfezione sono anche le battute in piemontese, che rendono il tutto potenzialmente realistico e quindi ancora più inquietante. Il culto della Setta del Seme poi, di gusto decisamente lovecraftiano (le creature mostruose nate da masse di materia spaziale corrotta, la decomposizione come ordine vitale) contiene anche una evidente parodia blasfema della religione cattolica.

Insomma, veniamo al punto. Io ho letto i racconti di Christian ventenne e posso assicurarvi che in questo romanzo c’è tutta la fantasia del giovane con in più la capacità dello scrittore maturo di scrivere una storia solida, con caratterizzazioni (quasi tutte) efficaci. Si tratta di un capolavoro? Per me no, ma è davvero un buon libro di genere, è scritto bene ed è coinvolgente, e non gli do il massimo anche perché non sarebbe credibile prendere 5 stelle da una ex fidanzata. Del resto il difetto più grande di questo libro, come ho già avuto modo di dire allo stesso Christian, è proprio lei: Raffaella. Non mi piace come viene descritta (“non capisco se c’è più misoginia o più pietismo”, ho scritto a Christian) e anche per questo motivo, se devo proprio dargli un voto mi fermo a 4 su 5. Ma resta un libro davvero consigliato a chi ama il genere e vuole leggere qualcosa di originale.

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