Questo breve saggio pubblicato postumo potrebbe far pensare che Henry David Thoreau (1817-1862) fosse molto limitato: egli afferma infatti che, a differenza dell'Asia e dell'Africa, nelle terre inesplorate degli Stati Uniti si può andare a zonzo senza il rischio di incrociare belve feroci. La spiegazione è molto semplice: lo scrittore e filosofo, amico di Ralph Waldo Emerson, non lasciò quasi mai la cittadina di origine (Concord, nel Massachusetts).
Dopo gli studi a Harvard e pochi anni di insegnamento, Thoreau si dedicò allo studio e alle passeggiate, trascorrendo l’intera esistenza a Concord, salvo alcune escursioni. Del ritiro di due anni sul lago Walden raccontò nel suo scritto più noto: Walden o la vita nei boschi (citato anche in L'attimo fuggente), che lungi dall'essere un libro "radical chic", espressione che si utilizza per indicare un interesse di facciata, evidenzia una forte comunione dell'autore con la natura e l’attenzione ai suoi fenomeni, tanto che il testo sarà il punto di riferimento dei movimenti ecologisti del Novecento.
Vagabondare per boschi e paludi senza meta dona la salvezza spirituale ed è l'affermazione della suprema libertà dell'essere umano. Passeggiare senza meta né fine se non quello di ritrovare la pace interiore, l'armonia con il proprio corpo, il contatto con la parte più profonda di sé. Camminare è una lettura breve e significativa che ci ricorda l'importanza delle piccole cose. Una lettura piccola, ma dal contenuto enorme.
Nessun commento:
Posta un commento