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13/06/2023

Vergogna, di John Maxwell Coetzee

John Maxwell Coetzee, nato nel 1940 a Città del Capo, è uno scrittore sudafricano di discendenza afrikaner che nei suoi libri ha parlato spesso di apartheid ma anche di diritti degli animali. Vergogna è uscito nel 1999 e ha vinto il Booker Prize. Non a caso al suo interno si trovano parecchie riflessioni animaliste e antispeciste (per un approfondimento consiglio la lettura di questa analisi che ho trovato molto interessante): al 2000 risale infatti La vita degli animali, che riprende in forma letteraria le lezioni tenute dall'autore a Princeton pochi anni prima sul maltrattamento degli animali. Qui trovate inoltre la puntata di un podcast focalizzato su scrittori antispecisti dedicata a Coetzee.

Il titolo originale di Vergogna è Disgrace. Eppure anche la variante italiana ha un significato che rispecchia inequivocabilmente il contenuto del romanzo. La vergogna richiamata dal titolo è doppia: è quella di David Lurie, il protagonista, un docente universitario di 52 anni che commette un abuso su una delle sue studentesse ed è costretto a lasciare il lavoro; ed è quella che prova la figlia di Lurie, che subisce violenza da tre sconosciuti poco dopo essere stata raggiunta in campagna dal padre fuggitivo.

I messaggi che ci vengono lanciati dalle pagine di questo libro sono talmente tanti che non basterebbe un trattato per elencarli tutti: ciò che maggiormente colpisce è la crescita di Lurie, che da uomo interamente governato dal desiderio sessuale (al punto che l'incipit è proprio: "A suo avviso, per essere un uomo della sua età, cinquantadue anni, divorziato, ha risolto il problema del sesso piuttosto bene") compie un enorme cambiamento nel giro di poche settimane. 

Vergogna è un libro duro, che con le sue 200 pagine ci conduce in un mondo fatto di regole forse incomprensibili per chi proviene da un'altra cultura; è un romanzo che trascende la narrazione per formarci e informarci, non solo sul rapporto tra natura e cultura e sulla violenza insita nella campagna (argomento ricorrente nella letteratura e nella cinematografia), ma anche sui delicati rapporti tra padre e figlia e sulle molteplici sfumature che regolano le relazioni tra uomini e donne. 

Vergogna è un libro duro anche per un altro motivo: fa provare rabbia per la scelta di Lucy di restare in un luogo all'apparenza inospitale dove la ragazza ha conosciuto la violenza; eppure la sua scelta è in qualche modo comprensibile: perché in quanto vittima dovrebbe lasciare la sua casa? La decisione di denunciare lo stupro spetta solo a chi ha subito violenza: il compito di chi sta accanto alla vittima non dovrebbe essere convincere o costringere, ma ascoltare, sentire, empatizzare, comprendere.

Vergogna è un libro controverso. Accusato di razzismo, di pessimismo, di eccessivo compiacimento della Disgrace affrontata da David e da Lucy; sgradevole nelle descrizioni che Lurie fa delle donne; durissimo nel delineare la sorte degli animali che giungono alla clinica veterinaria teatro della trasformazione di David. Eppure, se ci si lascia trasportare dalle straordinarie capacità narrative di Coetzee, si potrà addirittura ridere di una grottesca situazione vissuta da Lurie. 

Per concludere, c'è un ulteriore elemento che all'interno del romanzo resta sullo sfondo, ma non per questo è meno rilevante: Lurie lavora a un'opera incentrata sull'amore tra Lord Byron e Teresa Gamba Guiccioli; un'opera che cambia forma col passare del tempo, proprio come il protagonista, plasmato dagli eventi... E, per quanto mi riguarda, anche chi legge Vergogna si sentirà, almeno in parte, cambiare. Come dice Aidan Chambers: "Siamo quello che leggiamo."

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