Nei dieci racconti di Un cigno selvatico, illustrati da Yuko Shimizu, l’autore Premio Pulitzer di Le Ore, Michael Cunningham, ha rivisitato alcune tra le fiabe occidentali più conosciute. E le ha rese accattivanti, commoventi, tremendamente dark e inquietanti, con evidenti messaggi morali.
Prima di lui, Angela Carter, un'eccezionale scrittrice capace di sondare senza alcun imbarazzo la sessualità nelle sue forme più varie, aveva fatto lo stesso nella raccolta La camera di sangue.
Si tratta di due stili molto diversi, ma entrambi colpiscono nel segno. I racconti di Cunningham sono moderni, e i protagonisti sono tutti carismatici, intelligenti, spesso sfortunati.
Personalmente, ritengo che il vero tesoro del volume sia "La vecchia pazza": la storia della strega di Hansel e Gretel, una donna che ha avuto molti uomini e che si ritrova sola. Nelle fiabe di Cunningham c'è posto anche per il principe necrofilo di Biancaneve ("Avvelenata") e per Omino (uno gnomo che diventa schizofrenico per sopportare la solitudine).
"Bestie" è il racconto forse più amaro della raccolta: Cunnigham ci spiega che la bestia è diventata tale perché da umano era uno stupratore. E forse era meglio lasciarlo ai patimenti previsti dalla sua forma bestiale...
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