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04/06/2021

Io posso. Due donne sole contro la mafia, di Pif e Marco Lillo

Andrea Brattelli questa volta ci parla di un libro appena uscito che narra la storia di due sorelle vittime due volte, danneggiate da interessi mafiosi e poi abbandonate dallo Stato. Un libro che tutti dovremmo acquistare.


Libro comprato la settimana scorsa e finito di leggere in pochi giorni: adoro il cartaceo ma concepisco la scelta per praticità degli e-book; questo scritto è però maneggevole, l’ho tenuto sempre con me e sono quindi riuscito a dedicargli tutte le mie attenzioni durante le pause e nel mentre dei viaggi in metro. Risulta breve e intenso e i caratteri a “misura d’uomo” ne hanno facilitato la lettura prima di coricarmi, nonostante gli occhi stanchi.

La vicenda narrata è surreale, ma, come negli scritti di Stajano e di Sciascia, troppo presto (e con tanta amarezza) ci si rende conto che è tutto vero.

Per uno come me nato nell’81 e che ricorda benissimo le vicende e la morte dei giudici Falcone e Borsellino, anche il finale di quest’opera può apparire scontato. Mi permetto di pensare però che quando si legge un libro l’importante sia il percorso, il viaggio che si intraprende e che ci induce a pensare e riflettere.

Riassumo brevemente i fatti senza “spoilerare” nulla anche se in rete troverete il riassunto delle traversie.

Un costruttore legato alla mafia, falsificando documenti, fa risultare che la casa di due sorelle sia in realtà sua e danneggia poi l’abitazione per costruirci accanto un palazzo più grande. 

Inizia un’odissea di trent’anni per Maria Rosa e Savina Pilliu, in cui l’approdo alla “Terra Promessa” non si intravede neppure. 

“Promessa”, forse mi è venuto in mente di scrivere questa “parola”, impropriamente, perché è ciò che dovremmo chiedere allo Stato: Egli dovrebbe Promettere che simili fatti non accadano mai più alle persone oneste.

Parola. Una “parola” come “sole” (contro la mafia), che leggo in copertina. Poggi il libro accanto a te per meditare, per riprenderti un attimo da quei periodi scritti nel libro che si sviluppano come tentacoli di una piovra su cui sopra si svolgono fisicamente gli eventi e dietro sotterfugi e situazioni apparentemente non collegate si arriva poi a sbrogliare la matassa.

Accumuliamo tempo per poi perderlo sui social a gridare a chissà quale sopruso nei nostri confronti, quando ci sono nel mondo persone “sole” che devono affrontare drammi veri ogni giorno.

Social che, come riportato in un episodio nel libro, sono veicolo di nefandezze e diffamazione a danno delle sorelle da parte del (de)genere umano.

Anche per questo motivo ho scelto di comprare questo libro, affinché queste due donne possano, attraverso la sua vendita, e grazie al fatto che gli autori ne devolveranno il ricavato, non essere più le “sole” a dover pagare il 3% all’Agenzia delle Entrate su un risarcimento mai ricevuto, mai più “sole” pur essendo vittime di mafia, mai più “sole” in una casa distrutta da personaggi senza scrupoli.

Leggendo gli avvenimenti, con accurate digressioni sulla mafia e le sue attività dagli anni '80, ci si sente come un pugile stremato alle corde in balia dei pugni dell’avversario.

Non so come abbiano fatto le sorelle Pilliu a resistere a questi attacchi che hanno subito realmente sulla loro pelle.

A Napoli è nata la tradizione del “caffè sospeso” secondo la quale un cliente paga due caffè pur ricevendone uno solo. In questa maniera, chi non può permettersene una tazzina lo riceve offerto.

Mi piace pensare che il finale di questo libro sia, appunto, “sospeso”. Possiamo intervenire tutti noi socialmente per cambiarlo e rompere la tenaglia che stringe nella sua morsa queste due donne, una stretta costituita da mafia e Stato.

In ultimo, ho scelto questo libro anche, banalmente, per la copertina. L'immagine mi ha ricordato vagamente quella del libro Africo di Stajano, che consiglierei a tutti di leggere e del quale avevo già parlato qui.


2 commenti:

  1. Sarà sicuramente interessante

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    1. Molto interessante, anche se ovviamente triste. Per questo motivo è importante acquistarlo.

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