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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

28/10/2022

Il Bruciacadaveri di Ladislav Fuks

Halloween si avvicina e insieme ad Andrea Brattelli abbiamo selezionato alcuni titoli adatti alla ricorrenza della festa di Ognissanti. Iniziamo con il titolo meno scontato: Andrea ci parla de Il Bruciacadaveri di Ladislav Fuks, scrittore ceco che raggiunse la fama nel 1963 con il racconto Il signor Theodor Mundstock, vicenda che si svolge sull’allucinato sfondo delle persecuzioni naziste contro gli ebrei. Allo stesso modo Il bruciacadaveri, ambientato a Praga nel 1938-39, segue la storia del signor Kopfrkingl, tenero padre di famiglia impiegato al crematorio, sempre sorridente, che vede tutto come un macabro divertimento.



Il trucco più astuto del diavolo è convincerti che non esiste, semplice no? Scriveva Giovanni Papini. Questa è una massima che trova riscontro nella realtà di tutti i giorni e anche in quest’opera tragicomica ambientata nella Seconda Guerra Mondiale che ci mostrerà tutto il suo orrore.

Nello scrivere questo romanzo, Ladislav Fuks ci ha messo tutta l’anima. Gay, vissuto in un regime totalitario e patriarcale, si immedesima in tutti quei suoi connazionali ebrei che morirono nell’Olocausto.

L’autore ci immerge in un mondo distopico e grottesco dove un padre di famiglia che lavora in un crematorio con metodo e rispettando la rigida logica del suo tempo, è convinto che le anime dei cari estinti si liberino dopo la dissoluzione del corpo indotta dalle alte temperature. 

Se all’inizio tutto ciò ci pare una semplice opinione scaturita da credenze religiose di qualche tipo, forse distorte ma di sicuro innocue, con il passare del tempo vedremo che questo personaggio sarà posseduto da un’ideologia disumana. Comincerà ad uccidere, infatti, persone ancora vive.

L’orrore inizierà a permeare tutta l’atmosfera del romanzo e si concretizzerà nel possesso dell’intero spirito di quest’uomo. Questo scritto si potrebbe anche definire come un vademecum per creare un regime totalitario partendo dall’annientamento psicologico dell’individuo.

Il protagonista, Kopfrkingl, all’inizio non ci è neppure antipatico; la maniera che ha lo scrittore di proporlo è una metafora di come il male all’inizio non sembra tale ma scivola subdolamente sotto il giaciglio della società per poi tirare giù dalla bambagia, con forti strattoni, e facendo sbattere loro il naso sulla dura realtà politici e uomini compiacenti che periranno se non lo seguiranno nella discesa agli inferi.

Il nostro uomo inizierà quindi ad essere pervaso dalla follia pur rimanendo, agli occhi di tutti, una persona decente. Altri personaggi si avvicenderanno, con ripetitività e ridondanza (caratteristica questa onnipresente nel libro) e vi accorgerete che queste figure altro non sono che metafora di ciò che accadrà
nell’immediato. 

Sono come fantasmi, fuochi fatui che preannunciano, come le antiche superstizioni insegnano, imminenti sciagure. Molto suggestionabile, Kopfrkingl con ossessività cercherà notizie di morti sui giornali fino ad arrivare alla conclusione che chi non si piega al regime deve essere mandato, in qualsiasi modo, da un’altra parte per non essere di intralcio al sistema e ai suoi meccanismi.

Questo testo è una guida che ci insegna cosa si dovrebbe fare per non collaborare. Sembra un controsenso: la lettura dovrebbe insegnare proprio il contrario! Al contempo ci mostra cos'è la collaborazione, e ci si pone una sorta di domande universali su questi temi, proprio come il popolo cecoslovacco che stava emergendo dallo stalinismo.

Il radicalismo di quest’opera non risiede semplicemente nella sua reinterpretazione di come i cechi si sono comportati durante la seconda guerra mondiale, ma in realtà di come le persone in generale si comportano di fronte al tipo di dilemmi che il protagonista deve affrontare.

21/10/2022

L’amante di Marguerite Duras

Andrea Brattelli ci parla di L'amante, un romanzo autobiografico che fin dall'epoca della pubblicazione, nel 1984, risultò estremamente controverso: nel 1929, una ragazzina francese di soli 15 anni che vive in Vietnam con la famiglia indigente e disfunzionale incontra un uomo d'affari cinese di 27 con cui intreccia una relazione sessuale (in realtà sentimentale). L'adolescente resta rapita dal fascino di lui che approfitta di una minorenne in difficoltà economica e ne fa la sua prostituta. A sua volta la famiglia di lei, all'apparenza disgustata, è ben felice di intascare i soldi del ricco straniero. Marguerite Duras, complice l'età ormai avanzata (ha 70 anni quando pubblica il libro) compie l'impresa epica di rivestire di romanticismo e sensualità la storia di un abuso. Quando si parla di sacralità della famiglia, sarebbe bene ricordarsi anche situazioni come questa. Qui ho trovato una recensione d'epoca di Elena Guicciardi.



Nel 1984, Marguerite Duras pubblicò L'Amant, un breve romanzo autobiografico, lirica soave sulla sua storia d'amore adolescenziale con uomo sui vent'anni.

La narrazione ricalca la tradizione romantica letteraria che ha come archetipo perfetto la storia di Romeo e Giulietta in cui si intrecciano amore e trasgressione. Come i due amanti veronesi, l’autrice e il suo ragazzo infrangono le regole: lei è minorenne e i due appartengono a ceti e nazionalità diverse.

Di primo acchito si potrebbe considerare l’infatuazione adolescenziale della fanciulla per l'uomo cinese come un modo per cercare di fuggire dalla sua squallida situazione famigliare. Nella sua casa infatti lei si sente oppressa da un brutale fratello dipendente dall'oppio seppur giovane, violento anche con la madre, quest’ultima depressa a causa di tale situazione, e che si accanisce anche contro il fragile fratello minore.

Penso che, in realtà, il romanzo racconti la vita di una giovane donna che diventerà una persona coraggiosa da adulta sfidando prematuramente i canoni sociali di allora, rapportandosi con la psiche di un uomo più grande e cercando di sbarcare il lunario per aiutare i suoi cari. Per lei sarà come giocare una partita a scacchi tra amanti, culture, famiglie e scambi di potere.

L’opera si snoda tra una voce passiva, quasi meccanica, e una narrazione in prima persona che è più simile ai sussurri all’orecchio che sussistono tra confidenti stretti; sembra di essere in una stanza a parlare con qualcuno dopo aver bevuto più di tre bicchieri di vino (mi è venuta fuori questa metafora, giuro che non ho voluto scherzare o mettere il dito nella piaga riguardo al fatto che la narratrice ha lottato una vita contro l’alcol).

Questa vaghezza onirica, e gli strani salti nel tempo e i cambiamenti nell'ambientazione, sono ciò che rendono questo scritto particolarmente attraente. C'è un'enorme distanza tra la voce narrante e la maggior parte delle esperienze di cui ci rende partecipi come lettori; non è una semplice storia d’amore ma si mostra la nascita di una donna che, uscita dal bozzolo dove prima giaceva in stadio larvale, viene a patti con le sue contraddizioni e con l’idea di amore vissuto istante per istante senza pensare al futuro.

Un sofisticato equilibrio tra toni ci fa rendere conto che questo romanzo è il risultato di ciò che ci riferisce la Duras china in un confessionale, scendendo dal piedistallo al culmine del suo mestiere di scrittrice.

Per capire questo racconto non bisogna sapere nulla di particolare della vita vera dell’autrice. Lasciatevi coinvolgere dal suo linguaggio dopo aver fissato nella mente l’immagine iniziale di lei che ci viene proposta: è come una strana bambola di pezza, metafora di una ragazza di età indecifrabile che siede sul sedile di un traghetto che attraversa il fiume Mekong in rotta verso Saigon.

14/10/2022

Fiorirà l’aspidistra di George Orwell

Andrea Brattelli parla di Fiorirà l’aspidistra di George Orwell, scritto negli anni '30 del secolo scorso ma attualissimo. Un romanzo sociale zeppo di riferimenti autobiografici, che racconta la vita grigia di un aspirante poeta che si scontra con la cecità borghese e la vile ossessione per il denaro. "Puoi essere ricco, o puoi deliberatamente rifiutarti di essere ricco."



Ho letto solo ultimamente il romanzo Fiorirà l’aspidistra di Orwell e posso confermare che non ha nulla da invidiare ad altre sue opere più blasonate e famose sia per quanto concerne la scrittura che per il tema trattato.

Voli pindarici di pensieri partoriti da monologhi scaturiscono dalla mente del protagonista, Gordon Comstock, un visionario fallito e un po’ depresso con il quale non si può però fare a meno di familiarizzare per come cerca di reagire e lottare contro il fato avverso.

Il suo modo di vedere la realtà viene espresso attraverso dialoghi che rappresentano, nei ragionamenti, una critica costruttiva e illuminante alla società in cui lo scrittore viveva. In realtà simili invettive sono senza tempo e valgono anche per la nostra quotidianità.

Fondamentalmente il protagonista è contrario al fatto che si scelga in base agli interessi economici (denaro) come guidare il popolo e vitupera il fatto che le persone si adoperino non per far prevalere degli ideali che coinvolgano gli individui affinché questi operino per il bene comune ma è la mancanza di soldi che promuove cambiamenti tra la gente che anela ad averne per sentirne poi sempre il bisogno insaziabile, fino a soccombere alla smania di possedere solo ed esclusivamente beni materiali e maturando interessi umani solo per questo fine.

A queste norme sociali si oppone il nostro eroe, che vive seguendo i suoi principi ma sa di essere incatenato ai benefici di un lavoro facile che però non gli permette di vivere appieno i suoi sogni.

Nel testo Londra è, ancora una volta, l’emblema di quella città che ai tempi rappresentava l’odierna New York, la Bearn Stearns di Christopher Gardner: motore di creatività ma anche architettata per fagocitare i più poveri e indifesi che in appartamenti dalla facciate candide vivevano tra cimici in letti fatiscenti e in famiglie troppo numerose per due stanze e un bagno in comune con altri condomini. Camminando su assi di legno marcio e scricchiolante le persone si attardavano la sera nel desinare, nel mettere sullo stomaco l’unico pasto dopo un ritmo di lavoro massacrante.

Essere schiavi di qualcuno è solo meno peggio che essere schiavi del capitalismo che ha un solo enorme potenziale: uccidere l’ambizione personale.

L'aspidistra stessa è il simbolo di un sistema classista, basato sulle caste, arcaico, come la piramide tramite cui può essere idealizzato. La pianta, una volta popolare nel periodo vittoriano, era, dal 1930, utilizzata dalle classi più povere o abiette per adornare i loro balconi e proiettare un senso di rispettabilità e ricchezza confortevole. Rappresenta la stagnazione e l'abbraccio dello scrittore allo status quo, forse in un periodo in cui neppure egli credeva in se stesso, nei suoi romanzi e alla sua carriera di scrittore, chino con la testa tra le mani su una scrivania di pino tramortito da mille pensieri.

Talvolta mi ci sono trovato anche io in queste situazioni; immaginate la scena: tutto ciò che è nella stanza lo si osserva con uno sguardo languido e tutti gli oggetti ci sembrano bagnati da caraffe d’acqua versate accidentalmente perché abbiamo gli occhi lucidi. Le idee che ci vengono in mente sono semplici e, sovente, banali. Ci appaiono aliene in un mondo sovrastato dal consumismo rabbioso. È giusto dire, però, che la politica economica di gestione della vita di Gordon è (necessariamente) confusa. È un uomo che sente la disarmonia della sua età ma che non riesce a trovare una soluzione praticabile. Ai tempi la classe media socialista non riusciva a trovare e stabilire un patto di fedeltà con le classi operaie e, forse, non ci riesce tuttora.

07/10/2022

Frank Westerman, L'enigma del lago rosso

Oggi Andrea Brattelli mette a frutto le sue competenze scientifiche e, invece di una recensione, ci regala la spiegazione del fenomeno descritto da Frank Westerman (scienziato olandese diventato giornalista e scrittore) in L'enigma del lago rosso. La scelta è dovuta alla natura stessa del libro, che è un appassionante mix tra letteratura di viaggio e saggistica, romanzo e reportage. «L'unico difetto della scienza è che viene praticata dagli esseri umani.»



L’opera scritta da Frank Westerman intitolata L’enigma del lago rosso narra di una storia realmente accaduta. Questa volta, diversamente dal solito, non scriverò una recensione ma un articolo divulgativo sul fenomeno fisico di cui si tratta nel libro e che ha causato la morte di migliaia di persone e animali.

Iniziamo con un semplice esempio. Immagina di essere ad una festa, tu e un tuo amico/a state discorrendo in piedi del più e del meno mentre entrambi sorseggiate una bottiglia di birra a testa fatta di vetro. Ad un tratto lui/lei per farti uno scherzo colpisce col fondo della sua bottiglia la parte superiore della tua e il liquido fuoriesce rapidamente, come un vulcano in eruzione, schiumando e lasciandoti fradicio e assetato.

Il meccanismo alla base di questo particolare fenomeno ha come protagonista la CO2 (anidride carbonica).

L’acqua (tanta) contenuta nella birra è sovrasatura di CO2, ovvero vi è tanto (troppo gas) disciolto nel liquido, più di quanto ne possa rimanere normalmente in soluzione anche se è a temperatura ambiente e sottoposto ad una normale pressione atmosferica. Dopo il colpo inferto alla bottiglia però si formano nuove bolle; la cavitazione (questo è il termine tecnico) avviene nell’arco di millisecondi così come la diffusione del gas fuori dal liquido. La birra, quindi, trasuda all’esterno della bottiglia in pochi secondi.

Il processo eruttivo si articola in tre fasi. In primo luogo, in due decimi di millisecondo le bolle si moltiplicano molto velocemente. Il colpo inferto sulla tua bottiglia dal tuo amico/a con quella sua crea un’onda di compressione attraverso il vetro. L’onda si riflette sul fondo e ritorna passando attraverso il liquido come onda in espansione, facendosi largo tra le bolle nella birra. Tornata in superficie si riflette nel liquido e viaggia indietro, sempre passando nel liquido, ma questa volta con fattezze di onda compressiva. Questo genere di fenomeno fa sì che sotto pressione le bolle si rompano in un milione di elementi più piccoli.

Nella seconda fase le minuscole bolle di cui sopra crescono rapidamente. Ogni insieme costituito da un milione di mini bolle si sviluppa su una superficie totale molto estesa (St) rispetto a quella di una singola bolla contenente la stessa quantità di gas.

Attraverso (St) si diffonde la CO2 molto rapidamente e, in pochi millisecondi, la “nube” di bolle (N) aumenta di 10 volte il suo diametro iniziale. Da quel momento in poi (N) rallenta la sua estensione poiché i suoi elementi hanno già assorbito quasi tutta l’anidride carbonica in eccesso presente nel liquido circostante.

Infine descriviamo cosa accade nella terza ed ultima fase. Dopo circa 100 millisecondi le nuvole di bolle galleggianti iniziano a salire in superficie attraverso il liquido con un movimento vorticoso, simile a piccoli tornado. Questo turbinio attira più liquido che è sovraccarico di CO2; tale processo va sotto il nome di convenzione. Le bolle quindi iniziano a crescere più velocemente secondo un meccanismo che le “auto rinforza” che è “auto catalizzante”. Appena un secondo dopo abbiamo che la birra fuoriesce dalla bottiglia come Champagne appena stappato.

Questo fenomeno ebbe luogo presso il lago Nyos in Camerun il 21 Agosto del 1986, nei pressi di un vulcano inattivo. Dall’acqua fu rilasciata una massiccia nube di anidride carbonica che soffocò 1700 persone e altrettanti animali. La dispersione di gas fu dovuta al franare di una parte del fondale.

Di questa triste vicenda si discute nel libro di Frank Westerman.