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28/10/2022

Il Bruciacadaveri di Ladislav Fuks

Halloween si avvicina e insieme ad Andrea Brattelli abbiamo selezionato alcuni titoli adatti alla ricorrenza della festa di Ognissanti. Iniziamo con il titolo meno scontato: Andrea ci parla de Il Bruciacadaveri di Ladislav Fuks, scrittore ceco che raggiunse la fama nel 1963 con il racconto Il signor Theodor Mundstock, vicenda che si svolge sull’allucinato sfondo delle persecuzioni naziste contro gli ebrei. Allo stesso modo Il bruciacadaveri, ambientato a Praga nel 1938-39, segue la storia del signor Kopfrkingl, tenero padre di famiglia impiegato al crematorio, sempre sorridente, che vede tutto come un macabro divertimento.



Il trucco più astuto del diavolo è convincerti che non esiste, semplice no? Scriveva Giovanni Papini. Questa è una massima che trova riscontro nella realtà di tutti i giorni e anche in quest’opera tragicomica ambientata nella Seconda Guerra Mondiale che ci mostrerà tutto il suo orrore.

Nello scrivere questo romanzo, Ladislav Fuks ci ha messo tutta l’anima. Gay, vissuto in un regime totalitario e patriarcale, si immedesima in tutti quei suoi connazionali ebrei che morirono nell’Olocausto.

L’autore ci immerge in un mondo distopico e grottesco dove un padre di famiglia che lavora in un crematorio con metodo e rispettando la rigida logica del suo tempo, è convinto che le anime dei cari estinti si liberino dopo la dissoluzione del corpo indotta dalle alte temperature. 

Se all’inizio tutto ciò ci pare una semplice opinione scaturita da credenze religiose di qualche tipo, forse distorte ma di sicuro innocue, con il passare del tempo vedremo che questo personaggio sarà posseduto da un’ideologia disumana. Comincerà ad uccidere, infatti, persone ancora vive.

L’orrore inizierà a permeare tutta l’atmosfera del romanzo e si concretizzerà nel possesso dell’intero spirito di quest’uomo. Questo scritto si potrebbe anche definire come un vademecum per creare un regime totalitario partendo dall’annientamento psicologico dell’individuo.

Il protagonista, Kopfrkingl, all’inizio non ci è neppure antipatico; la maniera che ha lo scrittore di proporlo è una metafora di come il male all’inizio non sembra tale ma scivola subdolamente sotto il giaciglio della società per poi tirare giù dalla bambagia, con forti strattoni, e facendo sbattere loro il naso sulla dura realtà politici e uomini compiacenti che periranno se non lo seguiranno nella discesa agli inferi.

Il nostro uomo inizierà quindi ad essere pervaso dalla follia pur rimanendo, agli occhi di tutti, una persona decente. Altri personaggi si avvicenderanno, con ripetitività e ridondanza (caratteristica questa onnipresente nel libro) e vi accorgerete che queste figure altro non sono che metafora di ciò che accadrà
nell’immediato. 

Sono come fantasmi, fuochi fatui che preannunciano, come le antiche superstizioni insegnano, imminenti sciagure. Molto suggestionabile, Kopfrkingl con ossessività cercherà notizie di morti sui giornali fino ad arrivare alla conclusione che chi non si piega al regime deve essere mandato, in qualsiasi modo, da un’altra parte per non essere di intralcio al sistema e ai suoi meccanismi.

Questo testo è una guida che ci insegna cosa si dovrebbe fare per non collaborare. Sembra un controsenso: la lettura dovrebbe insegnare proprio il contrario! Al contempo ci mostra cos'è la collaborazione, e ci si pone una sorta di domande universali su questi temi, proprio come il popolo cecoslovacco che stava emergendo dallo stalinismo.

Il radicalismo di quest’opera non risiede semplicemente nella sua reinterpretazione di come i cechi si sono comportati durante la seconda guerra mondiale, ma in realtà di come le persone in generale si comportano di fronte al tipo di dilemmi che il protagonista deve affrontare.

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