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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

18/11/2022

Lolita di Vladimir Nabokov

Andrea Brattelli stavolta ci parla di un libro che non ha bisogno di presentazioni talmente è controverso, pur rientrando tra i capolavori della letteratura: Lolita di Vladimir Nabokov, storia di un pedofilo che nutre una morbosa passione per una ragazzina dodicenne. Alle riflessioni di Andrea che condivido pienamente aggiungo che troppo spesso la mancanza di empatia verso le donne molestate arriva da altre donne, e che molte molestie non vengono riconosciute come tali ma considerate complimenti: pensiamo al catcalling, al gesto della mano morta ecc.; analogamente, l'abuso di minori stenta spesso a essere riconosciuto.

Lolita di Nabokov racconta una storia declinata alla passione amorosa distruttiva tra un adulto e una ragazzina adolescente. Il rispettabile protagonista è davvero innamorato oppure è posseduto da una voglia insana che cerca di giustificare con una prosa sublime?

Si corre il rischio, in qualità di lettori , di essere ingannati come Lolita da Humbert.

Di sicuro l’opera non può essere annoverata tra i “romanzi rosa”: non è una tenera storia d’amore; piuttosto, per certi versi, assume le caratteristiche di un giallo in cui il movente è passionale. Il quarantenne infatti progetterà in maniera strategica l’uccisione della madre della fanciulla per avere campo libero con quest’ultima.

Ci si accorge lentamente che la prosa a tratti confusionaria non rispecchia una cattiva traduzione dello scritto dalla lingua originale o incapacità stilistiche da parte dell’autore, così come non si mira ad analizzare dal punto di vista freudiano la mente di una persona evidentemente malata; semplicemente in questo modo il narratore ci mostra come Humbert sia opportunamente equivoco per evitare di rendere evidente la sua passione spregiudicata e approfittatrice nei confronti della minorenne fingendo di esserne innamorato, per strappare in questo modo alla comunità una nota di biasimo piuttosto che di orrore.

Sono rimasto stupito come una storia di abusi su minori grazie a uno stile narrativo scherzoso possa passare come un racconto quasi normale. Gli intenti dell’uomo sono chiari sin dall’inizio ma durante lo sviluppo della trama si patteggia per lui e con lui: egli sembrerà un genio incompreso e ci sentiremo sinceramente dispiaciuti per lui, alla fine.

Lo stupore, in seguito, ha lasciato lo spazio in me per una riflessione che si basa sull’analisi di fatti contemporanei. Il motivo per cui non sembra che sia così grave che un adulto desideri carnalmente una minorenne è lo stesso per cui di solito, ancora oggi, tendiamo a incolpare le donne vittime di abusi sessuali e, di conseguenza, loro non denunciano gli stupri.

Penso infatti che, in definitiva, la mancanza di empatia per le donne spieghi perché le persone tendono a incolpare le vittime, oltre al fatto che, parallelamente, vi è maggiore empatia per i molestatori uomini.

Statisticamente i resoconti sulle molestie sessuali si concentrano ancora troppo spesso sul punto di vista degli aggressori uomini e sul potenziale danno alla loro vita che può provocare una denuncia per violenza. Dunque tutti, inclusi gli uomini, dovrebbero essere consapevoli che la loro empatia nei confronti dell’aggressore può aumentare la probabilità di incolpare le donne. E questa situazione continua ancor oggi a rendere molto difficile, per le donne molestate sessualmente, farsi avanti a denunciare e riuscire a ottenere una giustizia vera e propria.

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