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07/07/2023

Il collezionista di conchiglie, di Anthony Doerr

Per il caldo mese di luglio, Andrea Brattelli ci propone Il collezionista di conchiglie (The Shell Collector, 2002), esordio letterario di Anthony Doerr che con la raccolta vince il Rome Prize dell'Accademia americana a Roma. Lo scrittore statunitense, con il romanzo Tutta la luce che non vediamo, in seguito vincerà il Pulitzer per la narrativa: solo allora uscirà l'edizione italiana del suo esordio.


Il collezionista di conchiglie è una raccolta di otto racconti del premio Pulitzer Anthony Doerr. Ogni storia rappresenta una pietra preziosa che, come nella cristalloterapia (per chi ci crede), nutre il nostro corpo e spirito, ma dobbiamo essere noi lettori ad abbandonarci a questo flusso di energia che questi scritti ci trasmettono. I temi trattati sono tra i più disparati, così come sono diverse le trame, le ambientazioni e la loro lunghezza. Ci immergeremo in vicende di amore, separazione e cambiamento di prospettive di vita.

Il filo comune che lega queste narrazioni sembra essere la ciclicità della natura degli esseri viventi che vivono e muoiono ma saranno sempre fonte di vita e speranza per qualcun altro. Non sussiste una visione ingenua e troppo ottimistica dell’autore in tal senso: egli infatti scrive in maniera fluida ed organica proprio per affermare il suddetto discorso basato sul concetto di “Panta Rei” seguendo una logica inoppugnabile.

Il primo racconto è quello che mi ha affascinato di più e dà il titolo alla raccolta. Mi sono lasciato trascinare nella lettura perché sono sempre stato un assiduo cacciatore di conchiglie, pietre, rocce e reperti archeologici vari e trascorro il mio tempo libero anche visitando musei a tema. Lo scrittore però mi ha fatto capire cosa accadrebbe se la prospettiva venisse ribaltata e diventassimo quindi noi l’oggetto da osservare. L’insegnamento tramite il quale impariamo a cambiare i punti di vista è perpetuo per tutta l’opera e veniamo accompagnati nell’apprendere questa tecnica senza uno sterile indottrinamento, ma quasi per gioco, perché è importante capirla bene dato che è uno dei metodi fondamentali per comprendere la realtà moderna illuminata dalla luce crepuscolare del passato.

Conosceremo quindi un cieco che tramite delle lumache velenose riesce, dosandone la tossicità, a curare delle malattie. Ciò non si tradurrà però in una cosa positiva per la gente del posto, anzi, si innescheranno una serie di sfortunati eventi. Tramite la descrizione della geometria di esoscheletri dei crostacei, della sintesi chimica del calcio, delle lumache da zanne che assomigliano a piccole baionette traslucide e la storia evolutiva di spirali che costituiscono i gusci, Doerr, da bravo divulgatore scientifico, arriverà a scavare nel pieno dell’animo umano regalandoci uno dei ritratti migliori di un protagonista di storie che la letteratura abbia mai avuto.

In queste vicende la donna è sempre idealizzata ma assume connotati che, comunque, non la rendono troppo diversa da quelle che vivono nella realtà; loro sono il motore che spingono gli uomini a cambiare per amore e compiere lunghi viaggi, come nelle fiabe. Il cattivo delle favole non è mai un essere in carne ed ossa ma il fato che, se assecondiamo, potremmo scoprire piacevolmente che il più delle volte ci è amico. Infatti è la nostra avidità in realtà che ci è nemica, che ci vuole a tutti costi far creare un ponte tra il mondo naturale e quello civilizzato bruciando le tappe e quindi non riusciremo mai a creare un connubio tra gli aspetti positivi di entrambi i luoghi e ne usciremo distrutti. Gli americani protagonisti di queste narrazioni sono accecati dalla ricchezza che induce ad una comodità eccessiva e cercano disperatamente una scorciatoia per il Nirvana.

Il vero talento del nostro scrittore premio Pulitzer si esprime però in “The Caretaker”. Alla luce dei naufragi di disperati presso le nostre coste di cui sentiamo solo parlare ogni giorno, questa è la storia più scioccante e che ci dovrebbe far riflettere se sapremo interpretare il suo messaggio educativo in tutta la sua potenza.

Joseph, coinvolto nelle violenze della guerra civile liberiana del 1994, perde la madre e fugge in America, sbarcando sulla costa dell’Oregon. Ha perso tutto, ha dovuto uccidere un uomo per non essere ammazzato a sua volta, è perseguitato dagli incubi. Rifiutato dalla società vivrà come un eremita nei boschi nei quali coltiverà, in tutti i sensi, una passione che sarà di aiuto ad una ragazza appartenente ad una famiglia abbiente che però non ha abbastanza soldi per comprare la cosa più preziosa del mondo, ovvero l’empatia e il coraggio di guardarsi dentro per scoprire quali sono le sue/nostre peculiarità che ci rendono speciali per qualcun altro che ne ha bisogno in un determinato momento e che, nel frattempo, si arrangia come può centellinando le sue piccole vittorie quotidiane.

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