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21/07/2023

Trilogia sporca dell’Avana, di Pedro Juan Gutiérrez

Andrea Brattelli si distingue per scelte non scontate che si alternano alla riscoperta di classici. Questa settimana ci porta a Cuba con il volume che contiene la Trilogia sporca dell'Avana di Pedro Juan Gutiérrez, formata da "Senza niente da fare", "Ancorato alla terra di nessuno" e "Sapore di me". Lo scrittore descrive gli anni Novanta attraverso la profonda crisi dell'isola che si intreccia con la sua stessa crisi sentimentale e lavorativa. 


Pedro Juan Gutiérrez mentre scriveva ha sempre svolto più di un lavoro simultaneamente: istruttore di nuoto, venditore di gelati e giornali, tecnico di cantiere, giornalista e annunciatore televisivo. Tutte esperienze che, senza dubbio, hanno poi costituito il substrato per le sue produzioni. La sconcertante ambiguità che si avverte cercando informazioni su di lui ci fa pensare che il protagonista delle sue storie sia, in realtà, egli stesso ma, proprio per la natura di questi racconti, ciò lo tiene nascosto. L’evidente talento narrativo, la fiducia in se stesso, e il suo senso dell’umorismo ci invitano a pensare, in modo più sensato, che esista una perfetta identificazione tra autore e personaggio in modo che entrambi siano, al contempo, fittizi e reali.

La storia della letteratura cubana è disseminata da esempi di narrativa in cui la carica sessuale è prettamente predominante. Ad essa si aggiunge il sordido mondo della realtà quotidiana. Nella Cuba di Castro, in una società divisa tra chi fugge e chi resta, il nostro scrittore sembra appartenere a questa seconda categoria e cerca, con le sue opere, di ritrarre questa città bombardata, a tratti disabitata, che cade a pezzi e che si ama e odia alla follia.

Uno degli aspetti più originali di questa completa trilogia è che è scritta al di fuori di qualsiasi ideologia. La critica al castrismo è attuata dall'interno dell'isola e non fa appello a nessuna forza redentrice: Pedro si limita a essere un cronista del crollo. Non è imparziale dato che non si muove tra i distretti più poveri; la narrazione del poeta si rifà alla tradizione picaresca. La sua penna è una freccia che punta, mira a mostrare in maniera ironica e grottesca il lato crudele dell’indigenza. Non ha rispetto per le istituzioni ufficiali, ed è a favore della negazione di tutti i principi morali in nome della sopravvivenza. L’autore stesso ammette di non aver mai capito bene cosa si intenda, stando a Cuba, quando si menzionano diritti etici, morali, i doveri. Egli è rimasto cinico perché è più facile così rimanere vivo in quel tipo di società.

È proprio l’amoralità che permette di smascherare la falsa morigeratezza imposta dal potere.

In questi scritti possiamo inoltre ritrovare un omaggio anti-retorico a Lezama Lima, a Cabrera Infante per quanto concerne la visione del mondo dai tetti di umili stanze dalle quali i personaggi accarezzavano con lo sguardo l’imbrunire che incombeva di sera sulla città. Potenti i riferimenti a Bukowski e Allen Ginsberg quando lo scrittore racconta l’amore omosessuale, che difende a spada tratta, rappresenta in maniera esplosiva, dato che è l’ultimo baluardo di ribellione e anticonformismo di un cittadino contro la repressione politica.

L'attrattiva per queste storie non dipende comunque dai riferimenti letterari di cui sopra, nonostante siano significativi; nasce piuttosto da un'efficace naturalezza narrativa. Questa genuinità spiega perché la trama spesso manchi di tensione: è un flusso di fatti di cui noi lettori siamo "testimoni" mentre assistiamo agli straordinari eventi quotidiani in una città dove da ogni angolo di viuzza spunta qualcosa che ci sorprende a tal punto che accettiamo di vivere qualsiasi rocambolesca avventura. Le situazioni si ripetono, non per cadere nella goffa reiterazione frutto della povertà immaginativa, ma perché l'autore è riuscito a renderci familiare questo mondo folle.

La realtà con cui ci scontriamo, presieduta dalla fame nera portata dalla carestia che imperversò nel paese dal 1991 al 1995, anni in cui furono scritti questi racconti, impone un'unità narrativa che spesso viene tradita dalla finzione. Forse per la passione che ha per la cronaca il protagonista/autore mette in secondo piano tutti gli altri personaggi che sembrano solo comparse. I nomi delle mogli e delle amanti sono confusi, improvvisamente appaiono parenti che poi scompaiono perché non sono più narrativamente necessari. 
La personalità stessa di Pedro Juan è estremamente contraddittoria. È essenzialmente uno sconfitto, un sentimentale che cerca di indurirsi e che spesso ci riesce. È stato giornalista per vent'anni. È impegnato in tutti i tipi di lavori conosciuti , vera canaglia in un mondo di ladri. Coltiva il cinismo, è politicamente scettico, cerca la solitudine e trova se stesso, ma ha bisogno della compagnia degli altri e si lascia vincere dalla malinconia e persino dalla tenerezza. È un sopravvissuto tra i sopravvissuti, quindi a volte le storie raccontano esperienze personali, in altre è semplicemente un testimone e altre volte sono storie in terza persona.

In ogni caso, i capisaldi tematici sono sempre gli stessi, anche se introducono continuamente nuovi elementi. Rum, marijuana e sesso per vincere la rabbia da frustrazione per la mancanza di denaro, di lavoro. Miseria e fame. La sordida sporcizia delle case, dove vivono gli inquilini circondati da escrementi. Il risultato di questo malessere generalizzato è l'egoismo verso il prossimo nella sua totalità, la mancanza di solidarietà, la paura della polizia, la prostituzione, il carcere, il suicidio, la follia, il sogno, non condiviso dal narratore, di fuggire su una zattera a Miami.

Chiudo con le frasi estrapolate da una intervista rilasciata tempo fa da Gutiérrez in cui egli esplica il suo approccio alla produzione letteraria: “[…]Non mi interessa il decorativo, o il bello, o il dolce, o il delizioso [...]”.” L'arte è buona a tutto solo se è irriverente, tormentata, piena di incubi. La delusione, la sensazione di collasso e il sordido sono gli aspetti dominanti”.

Contestualizzando quanto appena riportato posso affermare che questo è anche una raccolta dinamica, divertente e piena di colore, condita da situazioni che rasentano l’assurdo e da conversazioni in stato di grazia.

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