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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

16/07/2021

Il buio oltre la siepe di Harper Lee

Parlandoci de Il buio oltre la siepe di Harper Lee (1960), anch'esso parzialmente ispirato alla vicenda degli Scottsboro Boys (ragazzi afroamericani accusati ingiustamente dello stupro di donne bianche nell'Alabama del 1931) come quel grandissimo romanzo che era Paura di Richard Wright del 1940, Andrea Brattelli si butta su un grande classico della letteratura, che tratta temi universali come la giustizia e il pregiudizio e che affronta anche tematiche come la crescita e il rapporto genitori-figli. Andrea pensa che il libro non andrebbe letto nelle scuole per via di alcune descrizioni violente: io non sono d'accordo, perché l'intento dell'autrice è proprio quello di mostrare luci e ombre della condizione degli afroamericani negli Stati del Sud all'epoca della segregazione razziale. A tale proposito voglio citare Barack Obama che parlando del film nel suo cinquantenario, ha dichiarato: "Cinquant'anni fa uscì un film che conquistò istantaneamente la Nazione. Basato sul romanzo senza tempo di Harper Lee, Il buio oltre la siepe diede vita ad una storia indimenticabile di coraggio e convinzione, sul fare quel che è giusto, a qualunque prezzo." Nessun messaggio potrebbe essere più educativo, soprattutto oggi.




Il buio oltre la siepe è un romanzo che si può annoverare tra i “classici” e che ci offre una disamina sul razzismo e la giustizia americana.

Entrambi questi aspetti vengono interpretati secondo il punto di vista di una bambina già provata nell’animo dall’Era della Grande Depressione che colpì duramente anche in Alabama, luogo d’ambientazione della storia.

La narratrice, Scout Finch di 6 anni, suo fratello Jem e il loro amico Dill giocando buttano sempre uno sguardo al mondo degli adulti sino ad imitarli e provare, per osmosi, le loro ansie e paure, di cui i loro animi sono intrisi a furia di vivere in situazioni difficili.

La loro crisalide d’infanzia si apre silenziosamente e drammaticamente al cospetto del mondo reale privo di fanciullesche distrazioni.

La giovinezza contrasta così con i pregiudizi, la crudeltà e la povertà.

La frustrazione sfocia in episodi di violenza repressa che sembra l’unico modo che hanno le persone per sfogarsi.

Da fini psicologi di oltremanica questo romanzo viene consigliato ai ragazzi giovani affinché provino empatia verso ogni forma di vita; io penso che descrizioni di linciaggi, uccisioni dovute ad ubriachezza e di afroamericani che violentano donne bianche non siano letture per giovani menti, seppur descritte egregiamente tanto da meritare il Premio Pulitzer.

Infatti tutta la magia e gli iperbati riservati alle descrizioni di cittadine pittoresche come quella immaginaria presente nel libro in questo caso non vi sono: la scrittrice ci pone dinanzi un luogo dove accadono fatti che, all’epoca della narrazione, erano talmente usuali da essere ritenuti indispensabili come un padre o una madre in una famiglia.

Sotto il fuoco del profondo Sud, scritto senza espedienti, anche il resoconto del processo che porterà ad esprimere un giudizio sull’afroamericano che ha seviziato una donna del luogo avrà un sapore catechistico: la scrittrice serve i fatti con acqua zuccherata edulcorando poi il tutto con un po' di umorismo.

Atticus Finch, l’avvocato che si occuperà di difendere il ragazzo di colore, è un modello da seguire, un eroe per la sua alta moralità che si batte contro le disuguaglianze per lasciare ai bambini, ai suoi figli che ha cresciuto da solo dopo la morte della moglie, un mondo migliore dove il sistema giudiziario non sia un misero vessillo iniquo.

Egli sostiene che nella vita puoi anche tirare sassi per arrivare al tuo scopo, invece che ragionare con le persone, ma se poi qualcuno muore o si fa male (e questo rischio in seguito a comportamenti infantili o non dettati dalla ragione è reale) arriveranno problemi che ci potranno anche far pentire di essere nati.

La figura della bambina che racconta i fatti come in alcuni racconti polizieschi di Faulkner o in Miss Mama Aimee di Caldwell (*Andrea ne aveva parlato qui) fa sorridere perché è palese che ciò non può essere possibile anche se i suoi dialoghi sono intrecciati con quelli del padre per fornirgli una casuale plausibilità. Mi permetto di consigliare, infine, l’audiolibro letto da Sissy Spacek e se potete, godetevi la versione cinematografica con Gregory Peck del 1962.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Ottimo, grazie, è bello sapere che stimoliamo la lettura e la rilettura! Rileggere i classici fa sempre bene :)

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