Entrambi questi aspetti vengono interpretati secondo il punto di vista di una bambina già provata nell’animo dall’Era della Grande Depressione che colpì duramente anche in Alabama, luogo d’ambientazione della storia.
La narratrice, Scout Finch di 6 anni, suo fratello Jem e il loro amico Dill giocando buttano sempre uno sguardo al mondo degli adulti sino ad imitarli e provare, per osmosi, le loro ansie e paure, di cui i loro animi sono intrisi a furia di vivere in situazioni difficili.
La loro crisalide d’infanzia si apre silenziosamente e drammaticamente al cospetto del mondo reale privo di fanciullesche distrazioni.
La giovinezza contrasta così con i pregiudizi, la crudeltà e la povertà.
La frustrazione sfocia in episodi di violenza repressa che sembra l’unico modo che hanno le persone per sfogarsi.
Da fini psicologi di oltremanica questo romanzo viene consigliato ai ragazzi giovani affinché provino empatia verso ogni forma di vita; io penso che descrizioni di linciaggi, uccisioni dovute ad ubriachezza e di afroamericani che violentano donne bianche non siano letture per giovani menti, seppur descritte egregiamente tanto da meritare il Premio Pulitzer.
Infatti tutta la magia e gli iperbati riservati alle descrizioni di cittadine pittoresche come quella immaginaria presente nel libro in questo caso non vi sono: la scrittrice ci pone dinanzi un luogo dove accadono fatti che, all’epoca della narrazione, erano talmente usuali da essere ritenuti indispensabili come un padre o una madre in una famiglia.
Sotto il fuoco del profondo Sud, scritto senza espedienti, anche il resoconto del processo che porterà ad esprimere un giudizio sull’afroamericano che ha seviziato una donna del luogo avrà un sapore catechistico: la scrittrice serve i fatti con acqua zuccherata edulcorando poi il tutto con un po' di umorismo.
Atticus Finch, l’avvocato che si occuperà di difendere il ragazzo di colore, è un modello da seguire, un eroe per la sua alta moralità che si batte contro le disuguaglianze per lasciare ai bambini, ai suoi figli che ha cresciuto da solo dopo la morte della moglie, un mondo migliore dove il sistema giudiziario non sia un misero vessillo iniquo.
Egli sostiene che nella vita puoi anche tirare sassi per arrivare al tuo scopo, invece che ragionare con le persone, ma se poi qualcuno muore o si fa male (e questo rischio in seguito a comportamenti infantili o non dettati dalla ragione è reale) arriveranno problemi che ci potranno anche far pentire di essere nati.
La figura della bambina che racconta i fatti come in alcuni racconti polizieschi di Faulkner o in Miss Mama Aimee di Caldwell (*Andrea ne aveva parlato qui) fa sorridere perché è palese che ciò non può essere possibile anche se i suoi dialoghi sono intrecciati con quelli del padre per fornirgli una casuale plausibilità. Mi permetto di consigliare, infine, l’audiolibro letto da Sissy Spacek e se potete, godetevi la versione cinematografica con Gregory Peck del 1962.
Lo rileggerò, sicuro.
RispondiEliminaOttimo, grazie, è bello sapere che stimoliamo la lettura e la rilettura! Rileggere i classici fa sempre bene :)
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