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17/12/2021

Gorky Park di Martin Cruz Smith

Andrea Brattelli alle prese con un classico del "giallo ai tempi della Guerra Fredda": Gorky Park di Martin Cruz Smith del 1981, diventato un film con William Hurt due anni dopo.



Gorky Park
è un'opera appartenente al genere thriller la cui lettura è molto agevole e piacevole.

Le ambientazioni russe relative alle sedi di polizia e gli scorci di vita quotidiana sono descritti infatti da Martin Cruz Smith minuziosamente ma vengono proposti in modo da non creare intoppi, come solo un capace scrittore verista sa fare. Sembra che il narratore si sia documentato molto, anche sulle tecniche di procedura investigativa. Non mancano lampi di ironia di tanto in tanto.
 
A differenza di altre recensioni, stavolta voglio raccontare un po’ la trama, senza spoiler, per cercare di trasmettervi meglio le mie impressioni.

Arkady Renko, ispettore capo di polizia, viene chiamato per indagare sulla morte di tre persone i cui cadaveri sono stati trovati sotto una coltre di neve nel Gorky Park di Mosca. Bisogna rintracciare il killer ma i problemi deriveranno anche dal KGB, dalla CIA e dall’FBI che all’interno hanno uomini appartenenti a frange deviate che ordiscono sordidi intrighi.

Il protagonista viaggerà in lungo e in largo e quindi Gorky Park si potrebbe definire anche un romanzo di “avventura”.

Nel commissariato russo la mattina si incrociano uomini che sembrano tutti uguali in divisa ma ognuno di loro ha caratteristiche caratteriali diverse e tra le più variopinte: sembra di essere in un mercato rionale.

C’è chi fa il suo lavoro con dedizione e passione e, la mattina dopo il turno di notte, con occhi bassi corre verso casa perché non vede l’ora di andare a dormire. Chi interroga i suoi informatori, chi si indigna per promozioni altrui non meritate, chi litiga, chi messo di fronte alle proprie responsabilità addossa le colpe ad altri ecc.

La stazione di polizia è l’anticamera della città che presidia, gremita di squallide caffetterie frequentate da avvocati alcolizzati e nomadi "caciaroni" alla guida di pacchiane auto di lusso conquistate con l’usura che scorrazzano per la metropoli.

Il KGB non ammette che trapelino, durante le indagini portate avanti con altri dipartimenti internazionali, informazioni che possano mettere in cattiva luce il governo russo quindi l’indagine di Renko può essere chiusa in qualsiasi momento da esperti insabbiatori di indagini e carte.

La sorte dei poliziotti moscoviti è, in genere, particolarmente infelice.

Se la gelida Mosca è ciò che rende le atmosfere della prima metà di questo libro claustrofobiche, è dalla seconda metà che Smith dimostra la sua brillantezza. I nemici di Renko lo raggiungono e lui viene gravemente ferito. Viene mandato a sud per riprendersi in un ospedale dove è l'unico paziente. Prigioniero e paziente al contempo, viene interrogato senza sosta, ma non cede. Il maggiore Pribluda viene mandato a sorvegliarlo e, seguitando a leggere, ci accorgeremo che Renko e quest’ultimo ufficiale sono uno la nemesi dell’altro.

Nel culmine ci troviamo a New York. Il KGB vuole che venga restituito qualcosa di prezioso per la Russia. E L'FBI? Cosa vuole? Ancora una volta, Arkady Renko deve fare tutto il possibile per mantenere intatta la sua integrità morale e fisica e rimanere quindi in vita. Di nuovo vediamo una simmetria tra il detective e l'assassino che ha inseguito dall'altra parte del mondo.

Gorky Park è il manifesto di una Russia che cambia, il testamento di un uomo valoroso che cede ai posteri tenacia, coraggio e analisi peculiari di investigazione; egli non esclude infatti il coinvolgimento della mafia nel crimine perché afferma, senza ironia, che sarebbe inimmaginabile che i criminali non possano operare nel sistema sovietico.

Impianti desueti, che designano la fine della civiltà, proiettano ancora la propria ombra su un capitalismo nascente nel quale i lupi mangiano gli agnelli, accompagnando il tutto con fiumi di alcool che causano sbornie usate come capri espiatori per nascondere la crisi in corso.

6 commenti:

  1. Ho sempre voluto leggere questo libro ma ho sempre procrastinato. Il tuo post mi ha convinto ad abbandonare definitivamente le mie remore. Grazie.

    Buona serata.

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    1. Grazie del tuo commento, ne sono molto felice! Pensa che leggendo e curando la recensione del mio socio di blog Andrea, mi sono convinta a fare la stessa cosa! :)

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  2. Ciao a tutti!

    @ Andrea Sacchini, grazie, lieto che la recensione ti sia piaciuta (almeno questo si evince dal tuo commento). Spero che, leggendo anche gli altri nostri scritti, ti verrà voglia di intraprendere altre e nuove letture. Vi sono libri spesso dimenticati ma molto belli e nell'anno nuovo cercheremo di ampliare i nostri orizzonti. Grazie ancora, auguro una piacevole serata a tutti, sono sempre presente per confrontarmi con le vostre impressioni,

    Andrea

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  3. Grazie a voi per le belle recensioni.
    Buona serata.

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