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28/01/2022

L'amico ritrovato di Fred Uhlman

In occasione del Giorno della Memoria, Andrea Brattelli ci parla di un grande classico moderno, un "romanzo in miniatura" come definito da Arthur Koestler: L'amico ritrovato, prima parte della Trilogia del ritorno di Fred Uhlman uscita nel 1971.

"Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l'assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.

Ricordo il giorno e l'ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione."



Nel giorno della Memoria che ricorre ogni 27 Gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto, mi accingo a recensire un libro a tema: L’amico ritrovato di Fred Uhlman.

Si tratta di un’opera insolita; riesce a fondere infatti il tema dell’amicizia (il bene) con quello della persecuzione degli ebrei (il male). 

Pubblicato negli USA nel 1971 inizialmente con i titoli Reunion e The Reconciliation, il romanzo vendette milioni di copie in molti paesi, fu tradotto in varie lingue, sintomo del fatto che fu accolto con entusiasmo dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

Il commovente racconto dell’autore esplora, con insolita tenerezza e potere suggestivo, le leggi che regolano i meccanismi dell’amicizia, delle avversità che la minacciano e potrebbero distruggerla. Si analizzano le forze che tengono unite due persone con il pensiero e con il cuore nonostante siano separate, schiacciate dalle delusioni, in preda alla disperazione.

È il 1933, due ragazzi di 16 anni frequentano la stessa scuola esclusiva; uno è figlio di un medico, l’altro di una nobile famiglia. Tra i due nasce un’intesa forte e magica, un legame che però si spezzerà appena un anno dopo…

Se l’affiatamento tra il figlio di un medico ebreo e un giovane nobile al momento della presa del potere da parte di Hitler sia possibile e duratura è la domanda che lo scrittore si pone e a cui cerca di rispondere tramite questo scritto.

Lo fa brillantemente e ci regala un classico della letteratura. Procede con attenzione e lascia al lettore giudicare se sia possibile che un’unione possa o meno durare per sempre se vi sono problemi di comprensione e di armonia. Elegantemente ci indurrà a farci propendere per il no.

Il testo in questione è un piccolo laboratorio dove il lettore dal di fuori, tramite uno spioncino, può osservare come delle persone stiano creando le basi per la nascita del nazionalsocialismo.

L’orrore cova lentamente sotto i meandri del populismo e del quotidiano per poi esplodere, uscendo allo scoperto quando ormai è una creatura matura, prendendo tutti i malcapitati alla sprovvista.

Tra le mura di questo scenario, fa eco la descrizione della città di Stoccarda intrisa di impressioni poetiche come questa che suona più o meno così (perdonatemi, vado a memoria): “Migliaia di luci nell'aria calda che sapeva di gelsomino e di lillà, e tutt'intorno il mormorio delle voci, il canto e il riso di cittadini soddisfatti, assonnati per aver mangiato troppo o per amare da troppo il buon vino”.

Si delineano anche le regole che entrano in gioco con la morte, scritte da chi, durante questi anni di orrore, conduceva comunque la vita spensierata di cui sopra. In questo caso, penso umilmente, che sia meglio il silenzio.


3 commenti:

  1. Lo lessi qualche anno fa, consigliatomi da mia figlia maggiore, e mi piacque molto. Non sapevo facesse parte di una trilogia; vedrò di recuperare anche gli altri due libri.
    Buona serata.

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    1. Che bello quando è una figlia a suggerire una lettura al papà! Quando si dice uno scambio generazionale che arricchisce :) Sì, è una trilogia di tre romanzi brevi, ma a essere sincera ricordo che a colpirmi particolarmente fu proprio "L'amico ritrovato"...

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  2. È molto carino il fatto che il libro te lo abbia consigliato tua figlia, ha ragione Vaina. Come ambientazione e atmosfere ho preferito il primo; lo stile, in questo caso, è simile a quello di Boll e di Anatole France (storia contemporanea). Anche gli altri due sono molto belli e si leggono con facilità. Grazie, buona domenica a tutti!

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