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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

20/05/2022

Suite Française (Suite francese) di Irène Némirovsky

Andrea Brattelli ci parla di un libro più attuale di quel che si potrebbe pensare. Irène Némirovsky (nata a Kiev nel 1903 e fuggita dai soviet, di fatto una donna ebrea - anche se poi si convertì al cattolicesimo - apolide - la Francia le rifiutò la cittadinanza - che dovette sposarsi per avere garantiti i suoi diritti d'autore) tratteggia in modo realistico la fuga dei cittadini da Parigi e l'occupazione nazista della provincia francese; in questo contesto, inserisce una storia d'amore impossibile fin dalla nascita. Suite francese, libro dimenticato per 60 anni (le figlie per lungo tempo non ebbero la forza di leggere quanto scritto dalla madre poco prima dell'arresto) e mai terminato a causa della deportazione e della conseguente morte dell'autrice, nel 2014 è diventato un intenso film interpretato da un cast eccezionale: Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Sam Riley (tra i ruoli minori, una Margot Robbie anonima, ma anche una grande Eileen Atkins e Tom Schilling, eccezionale in Opera senza autore). Del resto, la stessa scrittrice nei suoi appunti affermava di voler ricreare un ritmo in senso cinematografico. Nel 2021 è stato pubblicato Re di un'ora e altri testi inediti, contenente il "capitolo ritrovato" (di fatto, alcune pagine che erano state escluse dalla prima pubblicazione). 



Suite francese è un libro che evoca perfettamente il caos in cui sprofondò Parigi dopo che la Francia fu sconfitta durante la Seconda Guerra Mondiale. Si descrive, in maniera particolare, la vita delle persone durante l’occupazione tedesca di un piccolo paesino di provincia.

Faccio una piccola digressione che ci aiuterà a capire meglio lo svolgimento di alcune dinamiche e la trattazione di talune tematiche.

L’autrice di questo romanzo, Irène Némirovsky, era una ragazza ebrea figlia di un ricco banchiere, che aveva un rapporto conflittuale con la madre e detestava l’ambiente ebraico.

Ebbe comunque una vita tranquilla, sposata, due figlie, fino a quando non fu costretta a scappare con il marito in un paese vicino a Parigi senza la prole per proteggerla.

Fu proprio in questo periodo che iniziò a scrivere Suite francese: voleva catturare, senza illusioni, la situazione e l'esperienza all'interno della Francia occupata; illuminare, tra le altre cose, il contrasto della miseria con la prosperità, l'individuo e la collettività, l'egoismo e la codardia e le realtà della vita quotidiana sotto occupazione come, a esempio, la crescente ossessione per il cibo e l'approvvigionamento.

In questo suo scritto ha denunciato la paura, la vigliaccheria, l'accettazione dell'umiliazione, della persecuzione e del massacro. Era sola. Era raro trovare, a quei tempi, qualcuno nel mondo letterario ed editoriale che non avesse scelto di collaborare con i nazisti.

La scrittrice immaginava di dare alla luce un grande romanzo di cinque parti, composto come una sinfonia, con molti personaggi disparati; da città e villaggi, ricchi e poveri, collaboratori e resistenti, soldati tedeschi e fidanzate francesi, artisti e banchieri, agricoltori e aristocratici.

Purtroppo fu catturata e morì ad Auschwitz; al marito toccò la stessa sorte ma le figlie sopravvissero. Dopo anni pubblicarono due dei cinque volumi (tre dei quali mai stati scritti), ovvero: Temporale di Giugno e Dolce, poi entrambi riuniti sotto un unico titolo (Suite francese, appunto).

Il primo libro narra le esperienze di diversi gruppi di personaggi, la maggior parte dei quali non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro e le cui strade non si incrociano, mentre rapidamente la Francia perde la guerra facendo rimanere tutti di stucco.

Leggere Storm in June è come vedere un susseguirsi di varie scene a teatro di pochi minuti, l’una indipendente dall’altra. Non è una storia lineare e completa.

Le esperienze dei personaggi delineano la situazione a Parigi e nei paesi limitrofi dopo la caduta della Francia.

Sono rimasto colpito in particolare dalla storia di due coniugi che sanno che i loro figli moriranno in guerra e quindi propongo qui, sommariamente, il dialogo della madre: "Ho dato alla luce un santo e un eroe." "I nostri figli fanno sacrifici per i figli degli altri."

Date le circostanze, questo genere di discorsi risultano plausibili e rendono ancora più realistica la vicenda narrata. Si nota la riluttanza dei francesi a combattere, ancora una volta, contro i tedeschi quando il ricordo della guerra precedente è ancora fresco. In particolare ciò si evince tra i riservisti di mezza età fortunati ad essere sopravvissuti l'ultima volta ed ora chiamati a combattere di nuovo. Si percepisce il panico e l'incredulità nelle principali città nell'udire che i tedeschi avevano sfondato la linea francese così presto e così facilmente. La paura che porta a commettere imprudenze e quindi il sopraggiungere di innumerevoli altri guai. 

La portata della sofferenza inutile (col senno di poi) e una completa rottura della morale convenzionale, forniscono alcuni dei migliori passaggi del libro. Il sollievo, persino la gioia, per la resa e l'armistizio Némirovsky li stempera col fallimento dei leader francesi e degli orrori che seguirono, e che potrebbero presto essere dimenticati.

Dolce invece, la seconda parte dell’opera, narra della vita sotto l'occupazione tedesca.

Ambientata un anno dopo gli eventi di Temporale di Giugno e in una piccola città di provincia di Bussy, Némirovsky ci trascina in una comunità affiatata che fa i conti con il vivere sotto il potere degli invasori stranieri.

È una storia completa, incentrata principalmente sulla famiglia Angellier i cui membri sono molto tesi data la situazione.

La narratrice ci trascina nelle acque torbide della collaborazione francese con i tedeschi in una piccola comunità. Questa cooperazione non è un semplice caso di ossequiosità, o di creazione di un vantaggio personale; i motivi possono essere meno chiari e più ben intenzionati ma inevitabilmente aprono divisioni tra ricchi e poveri, contadini e aristocratici, patrioti zelanti e pragmatici ben intenzionati.

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