Seguici su https://quarantasettelibrocheparla.com/

La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

19/08/2022

Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami

Per festeggiare la fine delle ferie estive, Andrea Brattelli ci propone uno dei libri più conosciuti dello scrittore giapponese Haruki Murakami. Atmosfere oniriche e surreali, cultura occidentale e tradizioni nipponiche si fondono in un romanzo irrinunciabile: Kafka sulla spiaggia.


Kafka sulla spiaggia è un libro il cui stile di scrittura mescola elementi di surrealismo a fatti e problematiche della vita di tutti i giorni evocando un mondo lontano dalla nostra percezione di comuni esseri viventi, sensazione comune comunque a chiunque si approcci a qualsiasi forma d’arte giapponese per la prima volta da profano; ad un tratto però, durante la lettura, ci sembrerà il tutto molto allettante e a “portata di mano” e su quest’ultima mia affermazione tornerò a scriverne più tardi.

L’opera, come in un chonmage* elaborato sapientemente a forma di ginkgo, si evolve intrecciando due trame parallele, raccontando la storia di Kafka Tamura – un ragazzo di 15 anni che scappa di casa per sfuggire a una maledizione edipica - e la vita quotidiana di Nakata – un anziano giapponese che ha una straordinaria capacità di comunicare con i gatti a causa di un incidente e che trascorre le sue giornate a localizzare, trovare e restituire i gatti perduti ai loro proprietari. Sebbene le loro strade percorrano linee parallele, il loro percorso inevitabilmente alla fine si incrocerà dando luogo ad un finale... kafkiano, appunto!

Murakami si approccia nel redarre questo romanzo attingendo alla cultura giapponese fatta di realismo magico, antiche profezie, sessualità per costruire un mondo incantato dove i personaggi sperimentano amore, perdita degli affetti, malinconia e gioia a volte trascinati come in un uragano da questa miriade di sensazioni.

La biblioteca dove il protagonista va a rifugiarsi durante l’assaggio della libertà di evasione è simbolicamente descritta come un santuario dove potersi mettere al riparo dai sentimenti e poter trovare sollievo ed equilibrio nella ragione. La stessa bibliotecaria Oshima si comporta da “Grillo Parlante” non evitando stoccate al ragazzo come nella scherma con il fioretto, elargendogli saggi consigli che lo fanno desistere dai suoi pensieri illogici nati e maturati forse anche dall’ansia di affrontare da solo la vastità del mondo che lo circonda e le avversità che potranno sopraggiungere.

L’anziano Nakata, invece, analfabeta e senza istruzione, vaga per la città cercando gatti fuggiti da casa. Come nei Tenohira no Shosetsu (racconti in un palmo di mano) gli incontri tra lui e questi animali, ambasciatori di altre dimensioni, sono pennellate suggestive di scarna liricità che però, così come la mano, con un semplice nostro gesto di rotazione, può mostrare il palmo, così come il dorso, questi fenomeni hanno la funzione di aprire uno squarcio in una realtà alternativa capovolgendola ma sempre in analogia con il fanciullo allontanatosi volontariamente da casa. La vita che questo senzatetto finora conduceva senza uno scopo, ora sembra che volga in un’altra direzione.

Il segreto per capire questo volume è rileggerlo più volte, ma la soluzione reale ad alcuni enigmi è avvolta in un intricato sudario e non sono pochi in questo scritto. Segnano il confine tra oscurità interiore ed esteriore e prendono spunto da grottesche invenzioni colte dall’immaginario collettivo giapponese che si è evoluto nel corso dei secoli.

*acconciatura tradizionale giapponese per uomo

Nessun commento:

Posta un commento