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La cavale, di Albertine Sarrazin

Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

09/09/2022

Il maratoneta di William Goldman

Andrea Brattelli ci parla di un altro romanzo di William Goldman diventato un film di John Schlesinger con Dustin Hoffman e Laurence Olivier, sceneggiato dallo stesso scrittore.
 


Tom Levy, il protagonista di questo romanzo, è un eccellente maratoneta, sia dal punto di vista sportivo che professionale: insegue e raggiunge tutti i suoi obiettivi, anche accademici, se ne prefigge sempre di nuovi e, grazie ad una disciplina di stampo militare auto impartita nel tentativo di essere all’altezza del padre, sembra destinato, nonostante la giovane età, ad avere grandi successi nella vita. Questo fino a quando il suo amato fratello maggiore gli farà una visita inaspettata ed egli sarà costretto a correre per mettersi in salvo.

Da questo libro è stato tratto un famosissimo film con Dustin Hoffman che ho preferito al testo scritto.

Nell’opera letteraria si riscontrano infatti dialoghi irrealistici e falle nella trama dovute, penso, al voler accelerare la narrazione di alcuni eventi e mettendo “troppa carne al fuoco”, come si suol dire.

La tensione comunque rimane alta per tutto il tempo da quando si arriva a leggere il cuore dell’opera che raggiunge il suo apice nel momento in cui al personaggio principale viene sussurrata una domanda all’orecchio:-“ È sicuro?” posta da un uomo sinistro mentre Levy è costretto, legato da lacci, a stare su una sedia reclinabile da dentista mentre il tizio gli avvinghia le spalle con innaturale pacatezza, data la situazione.

Non si è pronti a questa scena; buttiamo letteralmente, dalla bocca, una risatina nervosa.

Posso affermare comunque che Goldman sa come scrivere un thriller classico che pone le sue basi su scene di inseguimento e morte in cui i personaggi devono stabilire le prospettive di vita sulle loro capacità e abilità in una atmosfera anni 70 che adoro a prescindere.

Talvolta ci si confonde con i vari tedeschi che vengono descritti nel libro introdotti nella narrazione mettendo in luce dei loro atteggiamenti curiosi e modi di fare, perlopiù poco interessanti.

Per coloro che non leggono libri del genere, cospirazionisti (come me ad esempio), questo fa al caso nostro: la rivincita di uno studente modello su un’orda di malvagi spinge verso un finale imprevisto il motore alimentato da un carburante a svariati ottani della narrazione.

Il Maratoneta andrebbe comunque riletto una seconda volta per capire come alcuni avvenimenti si incastrano tra loro come pezzi di un puzzle. Ci sarebbe anche da ricordare, infatti, che l’intera vicenda narrata (di fantasia) andrebbe contestualizzata quando il romanzo fu scritto; la metà degli anni Settanta non furono così memorabili per gli Stati Uniti. Watergate, Vietnam, recessione, inflazione, crisi energetiche, embargo petrolifero, drammatico aumento della criminalità, Richard Nixon.

Le persone erano stanche, indossavano abiti in poliestere, erano arrabbiate, spaventate (di tutto), paranoiche e si sentivano spiritualmente e finanziariamente in bancarotta.
 
Il narratore scrisse un romanzo che toccò i vari mali e paure del tempo. Vecchi nazisti in Sud America, agenti governativi impegnati in attività nefaste a spese dei contribuenti, il Maccartismo ecc. tutti sempre alla ricerca di un Centro di Gravità Permanente (cit.)

Gerghi razzisti, tollerati all’epoca, sono presenti in tutto lo scritto. Nella traduzione italiana tutto ciò è palese, in quella originale no. Non si usano eufemismi, giri di parole, metafore per descrivere scene e situazioni: si va dritti al punto. Ciò mi piace, detesto quei romanzi d’azione in cui nel descrivere con eccessivi termini astrusi e parole si arriva ad avere una quasi pornografia di dettagli insignificanti.

Tutto sommato questo è un libro la cui scrittura è ben ritmata, vi provocherà cambiamenti d’umore nel seguire una trama non troppo organica (o comunque non come molti la intendono); mi permetto di consigliarvi di non leggerlo quando siete nella sala d’attesa del dentista, piuttosto quando siete tranquilli a casa vostra.

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