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16/09/2022

L’agente segreto, di Joseph Conrad

Andrea Brattelli ci parla di L'agente segreto, romanzo di Joseph Conrad del 1907 basato su un fatto realmente accaduto. Più che un giallo, un viaggio tra la psiche umana e gli elementi anarchici. Il grande Alfred Hitchcock nel 1936 ne realizzò un film dal titolo Sabotaggio.


Il romanzo di Joseph Conrad intitolato L'agente segreto pullula di personaggi che potrebbero essere definiti casi umani ghettizzati nell'affollata e pestilente Londra che nulla ha da invidiare, si fa per dire, a quella di Dickens. L’autore, privo di compassione per i suoi protagonisti, inizia la narrazione presentandoci la figura di un ex marinaio polacco che parla a stento l’inglese.

Ed è così infatti che il narratore imprime il timbro a tutta l’opera, con una strana voce ibrida e una risma di parole arcaiche di sorta.

Nel libro si sviluppano quei ragionamenti che ci inducono a chiederci il perché qualcuno sente l’esigenza di diventare anarchico piuttosto che lavorare per crearsi un posto nella “classe media” della società. Quest’ultima è vista come una entità che vuole riproporre un futuro identico al passato: schiavitù, feudalesimo per i più poveri, e poi ancora collettivismo. Dei cannibali, fondamentalmente, che si cibano di ciò che offre la nazione come carne da macello.

L'agente segreto è stato scritto subito dopo l'assassinio dello zar Nicola II, quando molte potenze europee fomentarono una sorta di Guerra Fredda ante litteram per distruggere completamente l’allora ordine mondiale stabilito. Questo piano portò, si pensa, ad un dissenso generalizzato, spie russe a Londra e, di conseguenza, ci fu lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Tra gli altri personaggi viene annoverato un soggetto di nome Mr. Varloc, ex detenuto. Un “nichilista morale” viene definito, trasandato e vestito con le lenzuola di un letto sfatto.

La sua mentalità, la pericolosa attitudine ad essere soggiogato, la sua capacità di tradire la fiducia così cara riposta in lui e la sua volontà di sacrificare chiunque per raggiungere i propri obiettivi e assicurarsi il suo tornaconto ci è sapientemente mostrata.

L'intera vicenda è tessuta a maglia intorno a lui e alla sua famiglia in maniera episodica. Ciò rende la lettura un po' difficoltosa ma, in questo modo, si fa trasparire il fatto che i suoi congiunti siano ignari di tutto ciò che di cruento stia per accadere.

Simili individui appaiono degli ebeti piuttosto che tipi istruiti per dar luogo ad atti rivoluzionari e sono monitorati dall'ispettore capo Heat, ex poliziotto in una colonia tropicale britannica, che assomiglia più ad un Don Chisciotte eccessivamente gravato da scartoffie.

Per altre persone invece appartenenti a quel periodo storico il senso di giustizia e il prezzo per ottenerla incombe come una creatura mostruosa, odiosa, oppressiva, preoccupante, umiliante, esorbitante, intollerabile. Questi sono i veri fanatici. La restante parte dei ribelli sociali è piegata alla e dalla vanità, la madre di nobili e vili illusioni, la compagna di poeti, riformatori, ciarlatani, profeti e incendiari.

Joseph Conrad apparentemente non si sentì mai a suo agio a Londra e mentre assumeva la cittadinanza britannica potrebbe essersi sentito un alieno. Per questo motivo, sembra particolarmente in grado di trasmettere le sensazioni spirituali di tanti personaggi scontenti.

All'indomani di una tragedia a quel tempo la gente si rifugiava nell’arte, contemplava opere di artisti, romanzieri, in coloro che creano conforto e fanno distogliere l’attenzione dal male. Loro infatti catturano la bellezza che è insita comunque in ogni situazione, estrapolandola dall’orrore e ce la pongono dinanzi agli occhi scalzando i cattivi pensieri.

Proprio come Turgenev nel suo romanzo Padri e figli, l’autore ha tentato di affrontare il dilemma del perché alcuni all'interno di una società apparentemente stabile scelgono la sua distruzione, una preoccupazione che sembrerebbe un problema sociale senza fine ma che il narratore ha affrontato valorosamente, occasionalmente con fraseggi confusi ma soprattutto con una prosa saldamente ancorata ai dettami classici di scrittura e figure brillantemente dipinte.

Eppure, c'è qualcosa nell'Agente segreto, un particolare approccio ad un tipo di terrorismo di cui tratta , che le persone spesso scelgono di ignorare o semplicemente fraintendere. Forse, a costo di essere tacciato come cinico, ci si potrebbe chiedere se molti dei giornalisti odierni, diversamente da Conrad, riescano ancora a porre domande che scuotano le coscienze dei politici concernenti la vita quotidiana della gente comune.

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