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30/12/2022

Momo di Michael Ende

Oggi Andrea Brattelli ci parla di un classico della letteratura scritto da Michael Ende, scrittore tedesco che ha vissuto a lungo in Italia: Momo lo ha completato proprio qui, nel 1972. Ma non pensate che sia un libro adatto solo a "bimbi e donzellette": ciò che racconta il romanzo è sempre l'eterno conflitto tra la vita e la morte.
 

Penso che uno dei veri mali del nostro tempo sia di aver inculcato ai bambini che il tempo è prezioso, troppo prezioso. Gliene diamo dimostrazione tutti i giorni; li sballottoliamo da una parte all’altra perché li portiamo a svolgere varie attività a cui noi adulti li abbiamo iscritti, mentre da grandi talvolta non riusciamo neppure a portare a termine i nostri impegni quotidiani imposti da una “città super-americana”, tanto per citare L'uomo senza qualità, libro di Robert Musil.

Cerchiamo quindi almeno di indorare ai fanciulli la pillola leggendogli questo libro di Michael Ende intitolato Momo, dato che non farà male neppure a noi riflettere su alcuni punti posti in rilievo in quest’opera.

Cosa accadrebbe infatti se i secondi, i minuti, le ore fossero rubati e tutti noi fossimo troppo indaffarati per accorgercene?

La protagonista del romanzo, “dipinta” in maniera memorabile, ci guiderà in un mondo fantastico e deformato nello spazio tempo. Saremo testimoni di battaglie e conflitti, gli stessi che attraversano l’animo dei piccoli quando pensano di non essere accettati per qualche loro peculiarità tramite la quale invece, gli dovrebbe essere insegnato, potranno trovare il loro posto nel mondo, distinguersi e fare la differenza.

Momo è una ragazzina vagabonda che un giorno giunge in una cittadina europea immaginaria simile a Roma. Gli adulti parlano con lei per risolvere i loro problemi, i bambini si divertono con lei che rende i loro giochi più entusiasmanti nutrendo la loro fervida immaginazione. La vera ricchezza della giovane è che ha tempo da dedicare agli altri e sa che ci vuole tempo affinchè le cose belle e gli obiettivi si realizzino.

Ma un giorno però arrivano gli “Uomini in Grigio”, dagli abiti cinerei, che iniziano ad istruire le persone della comunità a essere più efficienti eliminando, ad esempio, attività ritenute inutili come socializzare.

I cittadini possono mettere del tempo extra in una banca ma gli verrà rubato. Perderanno quindi tempo nel cercare di risparmiarlo, la città diventerà un simulacro meccanico di se stessa abitata da individui la cui vita non ha più significato. La protagonista cercherà quindi di riportare tutto alla normalità.

Una riflessione la vorrei attuare subito sulle figure malvagie della storia prima menzionate. Bramare il tempo in realtà li rende più tristi delle loro vittime; pensano di desiderare ardentemente e in grande quantità una cosa, e per soddisfare questo loro bisogno la rubano ad altri, ma, in realtà, non si rendono conto che hanno bisogno di felicità e di interloquire con altri, di fraternizzare. Si privano di ciò che potrebbe migliorare loro la vita e per sopperire alle loro mancanze rubano ad altri ciò che a loro non serve quando tutto ciò che desiderano lo potrebbero avere gratuitamente.

Tornando alla narrazione, è lungi dall’essere predicatoria e la critica sociale è sì argutamente perspicace ma anche edulcorata dalle immagini surreali che stuzzicano la fantasia dei più giovani.

Momo è un lungo racconto colmo di saggezza; ci consiglia di fare, talvolta, un passo indietro, di stabilire nuove priorità e ripensare il nostro approccio alla vita.

La nostra eroina, se mi è permesso divagare e speculare per una volta su temi scientifici, tenendo conto del fatto che è molto eterea come figura essendo apolide, non sapendo come e da chi è nata, non conoscendo come e perché si trova nella cittadina non meglio specificata, mi sembra che rappresenti, insieme alla sua tartaruga, una particella che vaga nello spazio tempo, un gravitone tramite cui forse troveremo il modo di coniugare la teoria della relatività generale con la meccanica quantistica e forse trovare coerenza dentro noi stessi prima ancora che nel mondo intorno a noi, divenendo poi tutt’uno con esso.

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