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25/08/2023

I viaggiatori della sera, di Umberto Simonetta

Nel 1976, in un periodo nel quale la società italiana inizia a fare i conti con la terza età, Umberto Simonetta pubblica per Mondadori un libro che non verrà più ristampato: I viaggiatori della sera, che diverrà anche un film poco fortunato diretto da Ugo Tognazzi. Se la fantascienza italiana ha avuto fortune alterne, non dimentichiamo che alcuni grandi scrittori si sono cimentati anche con la letteratura di genere dimostrando di saper anticipare i tempi. Il soggetto di Simonetta ad esempio, che a sua volta non è del tutto nuovo (pensiamo al racconto The test che Richard Matheson scrisse già nel 1958) ricorda in parte quello del film The Lobster di Yorgos Lanthimos del 2015. Con la sua recensione, Andrea Brattelli ci dà un motivo in più per tornare in biblioteca :-)

Il libro di Umberto Simonetta intitolato I viaggiatori della sera è un dramma distopico futuristico. Narra di un mondo sovraffollato nel quale, per evitare ripercussioni sulle generazioni future, la Legge prevede che al compiere dei 49 anni ogni cittadino debba obbligatoriamente abbandonare il proprio lavoro e la casa in cui abita per recarsi in uno dei numerosi villaggi vacanze messi a disposizione del governo per una villeggiatura definitiva. Tra giochi e divertimento ogni mese in questi resort il personale impone agli ospiti attempati la regola draconiana di giocare a tombola. Chi vince partirà per una crociera da cui non tornerà mai più.

Tutti i villeggianti sono quindi dei detenuti in una gabbia dorata, anzi, in stanze d’albergo confortevoli dove gli inservienti li tengono lì con la forza, mascherando quest’ultima attraverso atteggiamenti amichevoli e messa in atto di strategie volte a far apparire quei luoghi come una normale estensione delle dimore in cui erano abituati a vivere con i famigliari (molti infatti hanno lasciato da soli mogli e figli perché non hanno la stessa età), con tanto di serate all’insegna del buon cibo, giochi e musica popolare atti a ricalcare i costumi borghesi.

L’attesa rende un dramma la vita di coppia e quindi anche quella dei nostri due protagonisti, Alvaro e Annamaria, rispettivamente marito e moglie.

La parte della vita amorosa racchiusa nell’erotismo, nell’impulsività, nell’emotività inizia col tempo a mancare. Sembra più che l’uomo e la donna rimangano insieme perché sono diventate materialmente l’uno il tassello mancante dell’altra, solo perché l’uno ha un tratto distintivo da abbinare all’altra in modo da completarsi a vicenda e… andarsene finalmente insieme in modo da liberare in una sola volta due posti nel resort e quindi altri due sulla Terra. Si legge tra le righe una totale mancanza di sentimenti da mettere alla prova.

Attraverso il paesaggio dipinto nel romanzo si mette in dubbio il sistema stesso che ha prodotto questo metodo di sopravvivenza per la razza umana, nonché le ipotesi sul perché si dovrebbero lodare certe scelte.

Il mare in cui tutto scorre e dove i bagnanti attendono il loro destino al suono di canzonette orecchiabili fa da contrasto agli edifici del villaggio vacanze che si stagliano nei pressi della spiaggia, dalle linee scintillanti, pulite, dall’architettura moderna edificata con i materiali più innovativi e sostenibili. Il fulcro drammatico dell’opera sussiste proprio in questo paradosso schematico che ovatta i desideri amorosi seppur questi non siano ostacolati dai sorveglianti stessi.

Il viaggio verso ameni luoghi accarezzati dalla brezza marina e dove negli anfratti di squadrati edifici stagna l’odore di salsedine si percorre su una moderna autostrada che ricorda la monorotaia di Fahrenheit 451 di Truffaut. Questi era un regista, un autore, ancora più visionario di Simonetta almeno per quanto riguarda le premesse di una distopia oppressa dalla tecnologia; aveva capito che sarebbe stata la roccaforte della nostalgia il preservare stili e forme tradizionali all'interno della sua società sorvegliata e nella quale si attuava il lavaggio cervello assistito dai media.

Ne I viaggiatori della sera i grandi meccanismi sono mossi attraverso semplici comandi. Il lamento lacrimoso dell’autore per un mondo incentrato sulle coppie e un sottomondo incentrato sui solitari tradisce un senso irritabile e dispeptico della disforia sessuale e romantica; pochi o nulli i riferimenti per lo stato della società o della condizione umana: solo una messa in onda dei suoi piccoli gemiti quotidiani.

L'attivismo sociale e la documentazione politica che porta dinanzi ai nostri occhi questo scritto non sono garanti del suo merito artistico e non sono in alcun modo correlati ad esso.

Non si pone al suo interno una vera luce sui problemi del paese negli anni in cui è stato pubblicato (1976), in alcun modo suggerisce che la pratica artistica si sviluppi di concerto e in risposta a delle circostanze pratiche.

Forse è questo il motivo per cui I viaggiatori della sera non è stato più ristampato? La sua cupezza può essere presa come un segno di intento serio e, anche se la sua svolta sentimentale offre desiderio di speranza in un futuro migliore, offre una parvenza di profondità senza assolutamente alcun livello di difficoltà. Ancor più importante, la sua allegoria distopica risponde ad un bisogno reale. Gli scrittori talvolta cercano disperatamente di allontanarsi dalla solita corsa al realismo drammatico ma sono anche snob, stanchi delle richieste della gente. 

Questa storia è una via di mezzo che si adatta sia ai lettori che sono desiderosi di frivolezze e di evadere dalla realtà politica e sia a quelli consapevoli della demagogia intellettuale in vistosa difesa degli scritti di carattere politico. L'allegoria in questo romanzo offre un senso di significato sociale pur mantenendo una sofisticata distanza da qualsiasi problema reale. È dignitoso. La società composta dai personaggi e protagonisti che l’autore guarda dal basso verso l’alto è sia aperta, fluida, integrata, reattiva ma anche chiusa, rigida e nostalgica.

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