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Andrea Brattelli parla del secondo romanzo di Albertine Sarrazin , scrittrice morta nel 1967 a soli 29 anni dei quali ben 8 trascorsi in car...

03/11/2023

Il cielo è rosso, di Giuseppe Berto

Oggi grazie alla recensione firmata da Andrea Brattelli conosciamo l'esordio di Giuseppe Berto: Il cielo è rosso, scritto durante la prigionia in Texas e pubblicato nel 1947. Nato nel 1914, Berto si distingue subito come autore poliedrico e moderno. Attraverso le pagine del suo primo romanzo, per il quale aveva immaginato il titolo La perduta gente, siamo catapultati in un mondo segnato da violenza, sofferenza e speranza in piena seconda guerra mondiale. Per saperne di più sull'accoglienza da parte dell'editore e della critica, consiglio questo approfondimento.



Ambientato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, il romanzo intitolato Il cielo è rosso di Giuseppe Berto ha come protagonisti bambini e adolescenti che cercano di sopravvivere alle privazioni di ogni genere di quel periodo. 

Per certi versi, seppure non è un diario, quest’opera mi ha ricordato un po’ la storia di Anna Frank: i personaggi che più subiscono le tragedie di un conflitto sono sempre gli inermi, i più piccoli e gli indifesi. Il loro spaesamento e la loro lotta per la sopravvivenza non hanno fazioni e, quando soccombono, è una vera perdita per e su tutti i fronti.

Le pagine sono introdotte da una frase presa dalla Bibbia scritta da Matteo 16:2 – 4 e usata anche nei detti comuni: "Se il cielo di sera si tinge di rosso il giorno dopo sarà bel tempo". Questa citazione di Gesù è il suo avvertimento alle generazioni future che sono sempre alla ricerca di segni che siano in grado di fornire spunti per interpretare il tempo; non sono utili però per comprendere i tempi in cui stanno vivendo... Argomento piuttosto interessante su cui riflettere. Non posso fare a meno di chiedermi: cosa significa? 

Nel contesto del romanzo, dove il bombardamento avviene non molto tempo dopo l'inizio dello stesso e il cielo diventa rosso, potrebbe significare una serie di cose. Si vorrebbe affermare che c'è speranza nell’andare avanti? Cosa simboleggia il rosso? Sangue, forse anche amore? Il rosso nel titolo è lo stesso de Il segno rosso del coraggio, che, appunto, simboleggia la forza d’animo connaturata degli alleati? A differenza di altri scritti di questo genere, come il famoso suddetto resoconto della fanciulla ebrea, questo volume non lo consiglierei a ragazze/i giovani dati gli espliciti riferimenti a bombardamenti e violenze di ogni tipo, anche sessuali su minori. La famiglia di rifugiati che ci viene presentata e costretta alla clandestinità è formata da un gruppo eterogeneo di orfani capitanati da una prostituta quattordicenne di nome Carla. L’ambientazione, se mi posso permettere, giusto per spazzare questa atmosfera di desolazione, è simile a quella di Oliver Twist di Dickens ma... in versione pulp.

Se mi concedete una digressione storica, oltre alle morti in guerra a causa dei bombardamenti, le famiglie si separavano ai tempi anche a causa della povertà estrema dovuta alla mancanza di viveri e delle condizioni basilari che permettevano la sopravvivenza dell’individuo, capisaldi questi di vita quotidiana in un paese civile, che svanivano durante gli attacchi bellici massivi. Molte erano quindi le migrazioni di persone alla ricerca di cibo e ambienti più salutari senza punti di riferimento in uno Stato che li ha traditi come ogni altra istituzione, compresa quella famigliare. I nuclei si frammentano e né i suoi componenti, né personaggi idealisti e più istruiti di altri possono farci nulla. Non sono d’aiuto a nessuno e non possono cambiare lo svolgersi degli eventi. Questa, in sostanza, è la metafisica che pervade il romanzo e altri del genere sopra menzionati.

Il cielo è rosso potrebbe essere collocato nella narrativa del realismo sociale perché ritrae la dura realtà della vita dei poveri. Ha preso il sopravvento come genere letterario, difatti, proprio nel periodo compreso tra le due grandi guerre a causa della grande depressione economica generalizzata. In questi scritti è avulso qualsiasi tentativo di edulcorare la verità.

Penso che il principale merito letterario del romanzo si basi sulla rappresentazione psicologica dei suoi giovani personaggi. Anche la storia stessa è piuttosto interessante da leggere. L’introspezione della vita interiore dei protagonisti e il loro rapporto con gli altri è davvero il fulcro di questo libro. Anche se solo quattro di loro reggono sulle spalle l’intero svolgersi della trama, sono le loro interazioni con le comparse che ci rivelano, attraverso frammenti, come in un puzzle, il mondo di allora e le sue dinamiche.

Per quanto la società descritta sia caotica e desolante, ci sono piccoli momenti di umanità che brillano come rugiada al sole. Sono narrate sempre piccole vittorie di chiaro stampo morale che forniscono speranza al lettore e gli insegnano a far fronte alle avversità. Il vero valore di un essere umano si evince tramite i suoi comportamenti caritatevoli nei confronti di altri individui durante le sciagure. La filosofia che permea il romanzo secondo cui il vecchio mondo potrà lasciare spazio al nuovo, migliore, solo attraverso la consapevolezza di cosa è male e cosa è bene privilegiando quest’ultimo rende quest’opera letteraria “totale” per la crescita personale, a mio umile parere.

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